lunedì 12 maggio 2008

Travaglio: il PD non fa opposizione!

Perchè? Perchè se la facesse "mi avrebbe dato solidarietà" (La Repubblica di oggi).

Il suo ragionamento non fa una piega.

Ma come - sembra chiedersi - avete cavalcato per 7 anni la cacciata dalla Rai di Luttazzi e me per poter indicare al paese il regime che Berlusconi aveva instaurato in Italia dal 2001 al 2006, ci avete pure vinto le penultime elezioni ed ora mi scaricate?

Hai ragione, caro Travaglio, l' ingratitudine dei politici è davvero esecrabile e faresti bene ad abituarti all' idea che i tempi, forse, sono cambiati. O, quanto meno, finchè nel PD non ci sarà la resa dei conti e non si sarà scelto fra Veltroni e D' Alema, vale ancora la tesi che attaccare Berlusconi porta sfiga!

Detto questo, lasciatemi spezzare una lancia a favore di Travaglio.

Questo bravo giornalista non è un eroe ma neppure è un ingenuo: lui sull' antiberlusconismo ci campa e non lo dico con dispregio, anzi!

Travaglio è un giornalista free lance, scrive e parla per chi lo paga e, finchè ha un pubblico che lo segue, guadagna. Chi è il pubblico che lo segue? Lo stesso che segue Grillo e che segue Di Pietro, lo stesso che si entusiasma solo quando tira mazzate sulla testa del Cavaliere e dei suoi berluscones. Travaglio lo sa e, giustamente, cerca di tenersi e coltivarsi il suo pubblico. Tutto qui.

Il problema Travaglio si pone soltanto quando parla sulle TV di Stato perchè qui, secondo alcuni, viene pagato da tutti (attraverso il canone).

Io dissento. Dissento sul fatto che non debba parlare sulle TV di Stato? No! Dissento sul fatto che esistano le TV di Stato e che, su queste TV, si parli di politica.

Come ho scritto ieri su un mio commento ad altro post, io vorrei un solo canale pubblico (sostenuto col canone) e senza politica, cioè senza neppure i TG. Vorrei che quel canale fosse dedicato alla cultura, all' insegnamento e all' informazione di servizio, insomma fosse come l' attuale già esistente canale satellitare, RAI Educational.

In questo modo, il buon Travaglio potrebbe parlare su qualsiasi TV commerciale che, fattisi i suoi conti, troverebbe remunerativo ospitarlo e magari assegnargli un programma tutto suo. Remunerativo, Travaglio lo sarebbe di sicuro perchè il nostro ha una bella fetta di mercato, la stessa che compera i suoi libri, legge i suoi articoli, ascolta i suoi interventi nelle piazze riempite da Grillo, vota per Di Pietro o per la sinistra radicale, e si esprime nei blog antiberlusconiani.

Insomma, ragazzi, liberalizziamo le TV e che poi TUTTI abbiano il diritto di dire quello che vogliono, sempre che ci sia qualcuno interessato ad ascoltarli, ben inteso!

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6 commenti:

Nico ha detto...

ti ho già scritto, ma riporto anche qui il link al mio post http://popolari-liberali.blogspot.com/2008/05/un-servizio-utile-ai-giornalisti.html

Buona settimana

*paraffo* ha detto...

Sei riuscito a farmi fare una risata di cuore, caro Nico!

Trovo la tua inizitiva davvero divertente oltre che utile ai Travaglio prossimi venturi.

Inserirò il link di when you wash upon a star anche nella mia sidebar.

Buona settimana anche a te.

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo, il canone RAI è una vergognosa tassa che oggi non ha più motivo d'essere. Un canale culturale dedicato che trasmetta cultura 24h/7d in chiaro in Italia manca, che lo facesse la RAI, sarei ben felice di sostenere economicamente la creazione dei documentari, visto che alla fin fine quelli della RAI li sanno pure fare bene, almeno abbastanza.

Non sono molto d'accordo sul fatto che ognuno debba essere libero di dire quello che vuole: alla diffamazione, alla calunnia c'è comunque un limite e non si può lasciare libera parlata pensando che tanto poi si risolve tutto con una smentita o nelle aule giudiziarie. Un conto è fare cronaca, un conto è fare interpretazione dei fatti di cronaca...

*paraffo* ha detto...

Non ho capito una cosa di quel che hai detto, amico Simone: se finire in tribunle per diffamazione è troppo poco, tu cosa suggeriresti per evitare il pericolo delle diffamazioni?

Anonimo ha detto...

Caro paraffo, credo che non ci siano grandi mezzi, perché tanto il modo di rientrare dalla porta di servizio queste persone lo trovano sempre. Di certo bisognerebbe fare in modo che alcune trasmissioni venissero condotte in una certa maniera, che non si lasci carta bianca agli ospiti, che in assenza di contraddittorio il conduttore si faccia garante della sua onorabilità (qualora non vi sia una condanna chiara e definitiva), e cose di questo genere... Ci vorrebbe anche un altro tipo di cultura, un diverso modo di approcciarsi all'informazione pubblica...

Lo dico non tanto perché non sia giusto querelare chi diffama, ma perché le aule giudiziarie italiane sono oberate di cause inutili e siamo costantemente oltre-oltre-oltre la più ragionevole media della giusta durata di un processo. Questo credo che sia il vero problema della giustizia in Italia...

*paraffo* ha detto...

Ho capito. Grazie della spiegazione, Simone: concordo su tutto.

Ciao e buona giornata!