sabato 21 giugno 2008

Ancora sulle intercettazioni ....

Vi sottopongo questo post dell' amica Barbara DI e non soltanto il link, perchè voglio essere certo che lo leggiate e, possibilmente, lo diffondiate come sto facendo io.

Come dice Barbara, quella della regolamentazione delle intercettazioni è una questione di civiltà! 

Una magistratura inquirente che è priva di qualsiasi controllo democratico e che è difesa soltanto da chi della democrazia coltiva una concezione del tutto illiberale, è fatale che cada nell' abuso.

Quello delle intercettazioni selvagge è stato un vero abuso, infatti, e bisogna porvi rimedio e non ci sono "se" e non ci sono "ma" che tengano!




Venerdì, 13 Giugno 2008
Mischiati sono micidiali, possono uccidere chiunque sul colpo e lo sanno bene. Quindi, oggi, anziché stracciarsi le vesti forse farebbero meglio a farsi un esame di coscienza e chiedersi perché siamo arrivati finalmente ad un tentativo, mi auguro presto riuscito, di regolamentare l’abuso delle intercettazioni.
Ho sentito tante di quelle bestialità in questi giorni, che mi immagino i poveri Beccaria e Orwell in piena autoflagellazione per la disperazione di non essere riusciti ad insegnarci davvero niente.
La peggiore spetta, come al solito, a Di Pietro che oggi addirittura è arrivato a definire il Presidente del Consiglio un violentatore di bambini. Ma a che schifo siamo arrivati? Ma Napolitano dov’è?
Qualcuno intervenga su quell’essere immondo e lo faccia internare, interdire, anzi intercettare, visto che gli piace tanto.
 
Qualcuno si è chiesto perché siamo arrivati a minacciare la galera a giudici, cancellieri e giornalisti?
D’accordo che sappiamo bene che non succederà mai, ma il problema non è a valle, non è nel rimedio ormai necessario alla follia in cui siamo finiti. Il problema è monte, nel motivo per cui è diventato indispensabile arrivare a tanta durezza.
Non vi sto a ripetere le statistiche, perché non si è parlato d’altro in questi giorni, ma fanno accapponare la pelle.
Spendiamo follie, intercettiamo mezza Italia e ancora qualcuno ha il coraggio di dirmi che le intercettazioni sono indispensabili?
E allora dove sono i condannati? In quali carceri sono rinchiusi tutti i furfanti beccati con la Sim rovente?
Il ministro Alfano dichiara che il 60% degli indagati intercettati non si becca neppure una condanna in primo grado. Ergo, il 60% delle intercettazioni sono inutili, anzi dannose e terribilmente costose.
 
Se sono davvero così indispensabili perché noi che ne facciamo centinaia di volte più che qualsiasi Paese al mondo abbiamo uno dei sistemi giudiziari peggiori? Perché abbiamo un così alto tasso di impunità?
Qualcuno mi replicherà: pensa se non ci fossero neppure le intercettazioni, beccheremmo ancora meno delinquenti.
Errore.
Le intercettazioni hanno avuto un largo utilizzo negli ultimi 20 anni, soprattutto dall’avvento dei telefonini. La nostra giustizia è migliorata o è peggiorata in questi 20 anni?
E se questa fosse proprio una delle cause del fallimento del nostro sistema giudiziario?
E se stessimo sprecando un terzo delle spese di giustizia per un metodo di indagine fuorviante e per lo più inutile?
Attenzione, quel conteggio poi è riduttivo, perché non tiene conto dei costi del personale di polizia addetto alle intercettazioni.
Non sprechiamo, infatti, solo i nostri soldi, sprechiamo anche il tempo di decine di migliaia di poliziotti che, anziché fare indagini vere, controllare il territorio, salvaguardare la nostra sicurezza, sono costretti da PM voyeurs ad ascoltare tutte le fesserie che ci diciamo, a trascriverle, a rileggerle. Ore e ore perse dai magistrati a leggere e rileggere tutte le nostre frasi più insignificanti.
E ancora ci chiediamo perché la giustizia va a rilento?
 
Vi siete mai chiesti cosa sarebbe successo se i giudici di Gravina, anziché perdere tempo a sentire le telefonate di tutta la famiglia, avessero immediatamente mandato una squadra di investigatori a interrogare tutti gli amichetti, ad indagare come si deve e come si faceva una volta sulle abitudini dei due fratellini? Avete mai pensato che forse li avrebbero tirati fuori vivi da quel pozzo? Quei giudici se lo sono mai chiesto? Quando vanno a dormire la sera questa domanda atroce non li tiene svegli?
 
Ma voi vi siete mai ascoltati mentre parlate al telefono? Per lo più diciamo una marea di fesserie, magari scherzando, o in preda ad una rabbia passeggera.
Quante volte vi sarà capitato di dire alla vostra amica del cuore che strozzereste vostro marito? Quanti millantatori dichiarano quotidianamente di conoscere Tizio e Caio e di poter fare questo o quello, magari solo per impressionare la squinzia di turno?
Ecco, prendete queste frasi, togliete il tono di voce, che il più delle volte è fondamentale, estrapolate le frasi dal contesto, e vi siete beccati un’imputazione per tentato omicidio o truffa.
 
Non è un paradosso, è quello che accade quotidianamente nelle procure italiane.
Poi, purtroppo, anzi per fortuna, tutte queste bolle di sapone scoppiano in aula.
Tutto bene quel che finisce bene, direte voi. Se uno è innocente prima o poi la giustizia trionfa.
Errore anche questo.
La giustizia non trionfa mai quando ci sono voluti una marea di soldi e di anni per uscire pulito da un processo.
Non può trionfare perché ormai il danno è fatto e l’infamia non la cancellerà nessuno.
 
Perché la triste realtà, a monte di questo disegno di legge, è che la colpa, la responsabilità, l’infamia, sono tutte dei PM e della stampa che si imbeccano a vicenda per condannare in via definitiva l’indagato senza neppure farlo passare dalle aule di giustizia.
Non so se consapevoli della pochezza del loro impianto accusatorio, o forse per ricercare la facile gloria effimera di un titolo in prima pagina, o magari per influenzare chi dovrà poi giudicare, ma non mi si venga a raccontare la favola che PM e giornalisti non sono complici dello scempio a cui abbiamo assistito in questi anni.
 
Ecco, è proprio su un punto fondamentale che io sono inorridita nel sentire i commenti di questi giorni, provenienti persino dalle più alte cariche della magistratura (escluso il mitico Vassali): la normalità della pubblicazione, addirittura oggi Palamara parlava di “necessità”.
Tutti a disquisire su quali intercettazioni pubblicare e quali no, quali eliminare subito, quali dopo attento esame di tutte le parti (con inevitabile fuga di notizie), se tenere solo quelle dell’indagato, o magari quelle di persone non indagate, se comunque interessanti.
Ma siamo impazziti!
Non è normale manco per niente. È di una gravità inaudita.
Ormai siamo talmente imbambolati dagli inquisitori travaglisti, che sguazzano quotidianamente nella melma delle procure, che ci siamo assuefatti all’odore immondo di letame che promana da certa stampa.
E ci sembra normale, magari necessario, quanto meno utile.
Ma santa pazienza! Sono pazza io o sono impazziti tutti?
 
Capisco l’uomo della strada, che ascolta solo Grillo e Di Pietro, ma sentire magistrati fare certi discorsi è a dir poco inquietante.
Qui non si tratta di giusto processo, di garantismo, qui si parla proprio di civiltà, di libertà, di democrazia.
I motivi per cui è un metodo incivile sono molteplici.
Un PM è una parte, è l’avvocato dell’accusa, non mi stancherò mai di ripeterlo.
L’imputato è innocente fino a prova contraria. Lo dice la Costituzione, lo dice la civiltà.
È il PM che deve provare la colpevolezza dell’imputato e lo può fare solo in dibattimento. Lo so che, purtroppo, per lo più in Italia i giudici mantengono una mentalità inquisitoria anziché accusatoria, e quindi costringono l’imputato a dimostrare la propria innocenza, ma tant’è, non mi dilungo oltre.
Se porta all’attenzione della stampa, le intercettazioni, che magari non hanno alcuna rilevanza penale, ma, presentate nel modo giusto implicano un giudizio morale alquanto negativo, ditemi voi  quali sono i giudici, statue di ghiaccio che dovranno poi giudicare l’imputato, che non si fanno almeno in parte influenzare.
 
Il problema, lo schifo è tutto lì: il pregiudizio morale.
La pubblicazione di intercettazioni altro non è che una condanna alle intenzioni, una gogna mediatica che è al contempo condanna morale pubblica e pregiudizio in aula.
Una vile e incivile scorciatoia per tentare di condannare una persona, magari moralmente riprovevole, ma comunque innocente.
Questa me la chiamate civiltà giuridica?
O peggio ancora, si parte da un comportamento eticamente discutile, ma del tutto lecito, neppure ci si preoccupa di formulare un’accusa e si sbatte direttamente il malcapitato sulla stampa.
Qui la pubblicazione è in sé una condanna, perché nessuna sentenza di assoluzione potrà mai cancellare il giudizio inappellabile dell’opinione pubblica, del vicino di casa, degli amici e dei parenti che ti volteranno le spalle.
 
Per concludere, riallacciandomi a quell’incivile di Tonino, vi faccio un esempio, un piccolo test che spero vi porti a riflettere.
Immaginate un pedofilo, ma non un violentatore di bambini, lo chiamiamo Mario.
È una persona malata, ne é consapevole, riesce a controllare le sue pulsioni sessuali, va anche in cura da uno psichiatra, prende delle medicine, ma non c’è niente da fare, si eccita solo immaginando i bambini.
Non ha materiale pedopornografico in casa, gli fa orrore perché si fa orrore. Non gli serve, gli bastano i giornali, patinati e per persone per bene, che pubblicano pubblicità a bizzeffe piene di bambini e bambine ammiccanti come piccole starlette.
Non ha mai toccato un bambino in vita sua, riesce a controllarsi e sfoga i suoi impulsi con le prostitute, si porta le sue riviste patinate, si eccita solo così e poi si calma.
Un giorno incontra un altro pedofilo come lui, si capiscono, diventano amici e cominciano a chiacchierare della loro malattia. Lo chiameremo Piero.
Mario e Piero parlano spesso al telefono delle loro fantasie erotiche, spesso si masturbano mentre lo fanno, ma resta tutto tra di loro, mai nessun bambino viene coinvolto.
Anche Piero gli ha detto di non aver mai toccato un bambino, ma purtroppo non è vero. Lui di bambini ne ha violentati parecchi e per questo i PM gli stanno dietro da tempo, stanno indagando su una bambina ritrovata violentata e uccisa.
Lo so è una storia volutamente cruda, ma cercate di seguirmi ancora un attimo.
Ovviamente il telefono di Piero è sotto controllo e così vengono registrate anche le telefonate con Mario. Gli inquirenti pensano sia un complice e cominciano a indagare su di lui, lo pedinano, ma non trovano niente perché oltre alle sue fantasie non c’è nient’altro.
Ma questo non importa, quel che conta per loro sono le intenzioni. Arrestano entrambi e poi si vedrà.
A quel punto i PM passano al giornalista connivente quelle intercettazioni, in modo da giustificare quei clamorosi arresti. Le telefonate sono a dir poco aberranti, ma restano solo ed esclusivamente parole, non fatti.
I mostri sono esposti sulla pubblica piazza e parte il dibattimento.
Piero confessa, perché altrimenti non avrebbero incastrato neppure lui, vista la scarsità di prove raccolte.
Mario, invece, viene assolto perché non c’è davvero uno straccio di prova contro di lui, ma la sua vita è rovinata per sempre.
La sua malattia, i suoi disturbi psichici sono diventati di pubblico dominio e quella che fino a poco prima era ritenuta una persona rispettabile, che non aveva mai fatto male a una mosca, è distrutta per sempre.
Ora misurate il vostra grado di giustizia e ditemi se vi sembra giusto, equo, umano, etico e civile tutto questo.

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Piccola provocazione OT, tanto per sottolinearti che il giochetto della menzogna regna sovrano in entrambi gli schieramenti, come sottolineo più volte, e allora vorrei tanto credere per appellarmi almeno alla Madonna :p

"A cancellare le accuse rumorose e gonfiate contro Veltroni e gli anni della sua amministrazione ora arriva il giudizio di Standard and Poors, la grande agenzia internazionale abituata a certificare i bilanci. Ebbene, S&P dice che i conti romani sono esattamente quelli conosciuti, non c'e' nessun buco e tantomeno dei debiti occultati." (Fonte: Adnkronos)

*paraffo* ha detto...

Caro Cloro, non lo sai che le bugie del vicino sono sempre più verdi?!!!!

Certo che mentono tutti! Anche i politici, per quanto strano possano sembrare, sono esseri umani e gli esseri umani MENTONO, da mane a sera e in ogni circostanza.

Mentono per nascondere le loro deficienze e mentono per magnificare le loro qualità, mentono per essere più amati e mentono per essere meno odiati, mentono ai genitori per schivare una punizione, mentono ai figli per non mostrare la loro umana debolezza, mentono al coniuge per non abbandonarlo o per non esserne abbandonati, mentono ai colleghi di lavoro per coprire le loro incapacità, mentono al prete che deve assolverli, al vigile che li ha fermati, al giudice che li interroga, al medico che li cura, all' avvocato che li difende, mentono sempre e ovunque .....

Ma mentono, prima di tutto e soprattutto, A LORO STESSI

Mentono a loro stessi e, quindi, IN PERFETTA BUONA FEDE, quando credono alla vita eterna, mentono quando credono che il mondo possa cambiare in meglio, mentono quando dicono di agire per il bene altrui, mentono quando chiamano innamoramento le loro pulsioni sessuali, mentono quando chiamano coraggio la loro imprudenza e paura la loro prudenza, mentono quando si esaltano per un hobby che serve solo a trascurare tutto il resto, mentono quando credono di sapere tutto e non sanno un cazzo, mentono quando si credono più intelligenti di un altro palesemente più intelligente di loro, mentono quando si indignano per i difetti altrui che sono esattamente i propri e potrei continuare per tutto il giorno ad elencare le menzogne che si raccontano continuamente, da quando aprono gli occhi al mattino a quando li chiudono alla sera (di qui l' importanza che Freud ha dato alla interpretazione dei sogni, per arrivare a sapere la verità "vera" su un paziente).

Insomma, mentono SEMPRE!

Ne consegue che indignarsi per le menzogne altrui (dei politici in particolare) è come indignarsi perchè il sole nasce a oriente e tramonta ad occidente perchè i cani abbaiano, le mucche muggiscono e le oche starnazzano ....

Io credo che se tutti noi imparassimo a indignarci meno dell' inevitabile e ad occuparci di più di tentare di vivere serenamente, il mondo potrebbe "davvero" migliorare.

Questa mia personale convinzione è quella che mi porta ad .... indignarmi :-) di più con la gente di sinistra che con quella di destra: la prima, infatti, è quella che mente di più a sè stessa ....

Lo fa anche quella di destra, OVVIAMENTE, ma, forse, un filino di meno ..... se non altro perchè sembra temere un pochino meno la realtà (almeno in linea di principio, ma è già qualcosa).

Buona giornata, amico mio. Ciao!