Chi scrive queste note non si è mai interessato alle elezioni americane.
Prima del Vietnam perchè era troppo giovane, dopo perchè, proprio dalla constatazione di quale partito aveva iniziato ed esasperato quella tragica guerra e di quale vi aveva posto termine, aveva capito che attribuire ai due partiti USA l' etichetta europea di destra e di sinistra era una fantasia (una delle tante) degli intellettuali italiani di sinistra.
La verità è che la differenza fra i due partiti USA (che poi non sono neanche due partiti ma - essenzialmente - due cartelli elettorali), seppure esiste, riguarda solo aspetti secondari di politica interna, ma NON CERTO internazionale.
Dire che sia stato Bush a volere la guerra con l' Iraq è una bugia, nel senso che gli stanziamenti per metterla in atto li hanno votati (e continuano a votarli) entrambi i partiti.
A confermare questa mia idea sulla scarsa importanza, per noi europei e per il mondo intero, che riveste l' appartenenza partitica dei Presidenti degli Stati Uniti, arriva - oggi - il fondo di Panebianco sul Corriere, a commento del fatto che, giorni fa, Obama ha dichiarato la letale pericolosità dell' attuale governo dell' Iran.
Questa dichiarazione sottintende che l' esercito USA rimarrà in Iraq chiunque vincerà le prossime elezioni, con buona pace di Walter Veltroni e degli altri obamisti nostrani.
Io mi rendo conto del fatto che ognuno di noi sia portato a vedere il mondo attraverso i propri occhi ma, cribbio, il cervello non è solo una centralina che raccoglie e registra pedissequamente gli stimoli esterni! Il cervello deve anche elaborarli, questi stimoli, e ricavarne pensieri che vadano al di là di quel che percepiamo con i sensi.
Nello specifico, che senso ha odiare la politica di Bush quando basta avere un po' di memoria storica per immaginare che Obama avrebbe fatto le stesse cose, in politica estera, e magari in maniera più goffa, come capitò ai democratici Kennedy e Johnson, nella "sporca faccenda" vietnamita, cui fu costretto a porre rimedio proprio l' esecrato Nixon?
Spesso mi chiedo come facciano gli italiani di sinistra ad ascoltare le entusiastiche farneticazioni obamiane o clintoniane o kennediane dei loro leaders senza prenderli a pernacchie .... La risposta che mi viene alla mente è una sola: ignoranza storica ed un numero anomalo di narici!
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11 commenti:
Ti ricordo che Obama fu fra i pochi senatori a votare contro la guerra in Iraq, anche se dubito che da presidente abbia le mani abbastanza libere per fare diversamente.
Credo che una volta eletti i presidenti USA vengono subito portati in una stanzetta dalla CIA e vien mostrato loro un video dell'assassinio del presidente Kennedy da una prospettiva che nessuno ha mai visto... e poi gli chiedono: siamo ancora contro la guerra?
Mi hai fatto sorridere, amico cloro: l' ipotesi è assai suggestiva, oltre che verosimile.
Ma credo che la realtà sia molto più semplice: i Presidenti americani hanno la famosa valigetta coi codici di lancio delle testate atomiche ma, a parte questo "piccolo particolare", non sono certo i governanti "più potenti della terra" come si ama definirli.
Sono politici come tutti gli altri: arrivano nella stanza dei bottoni ma non possono premerli. Chi comanda davvero sono, negli States come qui, gli alti dirigenti statali, quelli che nessuno conosce ma che hanno in mano la macchina statale.
Sono gli unici che la conoscano, ovviamente, (perchè è il loro mestiere) e gli unici che possono farla funzionare oppure no, se il politico-presidente di turno si mette a fare lo stronzo.
Quindi, Obama arriverà e farà quello che i suoi ministeriali (generali del Pentagono compresi) gli diranno di fare.
Tutto il resto è folkore, ad uso e consumo dei cittadini elettori che credono di contare qualcosa e, invece, come diceva il marchese del Grillo, "nun contano un cazzo"!
Bene, bene,
solo spero che si limitino a rimanere in Iraq e non vogliano estendere il conflitto in Iran
Saluti cari
Se il mondo occidentale non riuscirà a favorire l' attuale opposizione interna che spazzi via i fanatici che sono attualmente al governo, non mi sorprenderebbe che un conflitto, prima o poi, si rendesse necessario.
Speriamo di no, caro Gino, ma occorre essere realisti: una bomba atomica in mano a dei pazzi non è una gran prospettiva.
Io penso, però, che sta bomba non ce l' abbiano e che Ahmadinejad, come ogni demagogo che si rispetti, usi la politica estera per mantenersi in sella all' interno.
Ma siccome questa mia opinione è destituita di qualsiasi fondamento di conoscenza (cioè non è una opinione ma una cazzata) qui la dico e qui la nego!!!! :-)
Ti saluto, amico mio, ciao!
Sarò strano ma secondo me chi governa gli U.S.A. è importante per tutto il mondo.
E sarò stranissimo ma per me Bush è stato non solo un cattivo presidente ma ha anche sbagliato a scegliere collaboratori e politiche.
Poi adesso la dico grossa:
ha sbagliato ad attaccare l'Iraq (bastava una missione speciale in cui si prelevava Saddam Hussein).
Ma il più grande errore è stato lasciar stare l'IRAN che ora non solo è troppo forte ma non si può attaccare per mancanza di credibilità a livello internazionale.
Era l'Iran il pericolo!
L'Iraq serviva solo per gli affari della sua famiglia.
Non sei strano, Fabrizio, sei solo poco informato. L' Iran e gli USA sono acerrimi nemici fin dalla rivoluzione che portò all' esilio (negli USA) dello Scià di Persia.
Imperava Carter, altro Presidente Democratico, quando l' Ambasciata USA a Teheran fu messa sotto assedio e ci rimase per ben 15 mesi (Nov 1979-Gen 1981), con tanto di attacco fallito di un commando, teso a liberare gli ostaggi.
La crisi fu risolta in modo umiliante, con un trattato segreto che previde la fornitura di armi per combattere Saddam, allora alleato USA: solo allora i 54 diplomatici americani poterono tornare in patria.
La vicenda costò a Carter la non rielezione dopo il primo mandato.
Evidentemente, Fabrizio, l' Iran era forte anche allora .... Devi capire che l' Iran è una Nazione vera e propria con millenni di storia e di cultura alle spalle, cioè non è come gli altri finti statarelli del medio-oriente inventati dagli inglesi nel primo novecento che neppure esiterebbero se non possedessero il petrolio.
Quanto al fatto che tu ritieni Bush un cattivo presidente, forse hai ragione, ma io sostenevo, e sostengo, che lo sarà agli occhi degli americani per motivi interni, mentre per la politica internazionale, un presidente vale l' altro, nel senso che gli interessi USA vengono sostenuti da tutto il popolo americano: loro, insomma, non hanno nemici interni, partiti che fanno riferimento e sono finanziati da potenze straniere, come è accaduto in Europa fino alla caduta del muro.
Non solo, ma non hanno, gli USA, partiti antisistema, partiti anticapitalisti e antiliberisti.
Insomma, sono una nazione unita nei principi e nei valori ... al contrario delle nostre europee, nelle quali, effettivamente, avere un Presidente di destra o di Sinistra fa una enorme differenza.
Spero di essere stato più chiaro, stavolta.
Ciao, amico, alla prossima.
E' proprio questo!
Forse mi sono espresso male.
Gli Stati Uniti e l'Occidente hanno sostenuto il regime di Saddam Hussein in funzione anti IRAN.
Poi hanno fatto guerra (2 volte e qualche scaramuccia) contro Saddam Hussein.
Chi nella regione si è avvantaggiato di ciò? Il Nemico storico ...
Difficile adesso trovare un modo per fermare uno dei regimi peggiori del mondo attuale.
Sul fatto che un Presidente vale l'altro *per il Mondo* non mi sembra: le scelte, soprattutto nelle politiche economiche, influenzano eccome il Mercato Globale e quindi il mondo e quindi noi. Almeno per adesso. Finché non ci sarà un altro regime, l'unico attualmente peggiore dell'Iran, che dominerà l'economia.
La Cina.
Incrocio le dita e spero che le mie tristi previsioni non si avverino.
Sono io, Fabrizio che evidentemente mi spiego male: certo che la Presidenza degli Strati Uniti influenza enormemente, in bene o in male, le sorti del mondo intero!!!!
Quel che - invece - intendo dire è che è ininfluente l' appartenenza partitica dell' uno o dell' altro Presidente e neppure il loro livello intellettuale personale, perchè sono alla testa di una "macchina statuale" compatta i cui obiettivi sono sempre gli stessi A PRESCINDERE, come avrebbe detto Totò ....
Per un Gallo o un Bretone assoggettato all' Impero Romano, che a Roma l' Imperatore fosse Augusto, Claudio o Nerone NON CAMBIAVA ASSOLUTAMENTE NULLA, perchè lui era (e si sentiva) comunque assoggettato all' Impero Romano, a prescindere da chi lo dirigesse!
E se questo valeva per un Impero il cui Capo aveva poteri assoluti, tu figurati in uno come quello USA, il cui Capo agisce in regime democratico e al potere rimane per un periodo limitato e preordinato.
La sua figura personale è del tutto ininfluente rispetto alla macchina statale che è e rimane sempre quella.
Spero di essere stato chiaro, finalmente, Luca.
In caso contrario, mi arrendo, perchè non saprei spiegarmi meglio di così!
Alla prossima, amico! Ciao!
"Obama o McCain, per noi è lo stesso!"
è vero...tanto una loro colonia siamo e una loro colonia resteremo.
Appunto! Ma lo siamo perchè vogliamo esserlo e perchè ci ha fatto comodo esserlo, cioè ci ha fatto comodo accettare gli aiuti del piano Marshall, senza i quali mangeremmo ancora patate e cipolla (come è capitato ai paesi europei dell' Est fino a pochi anni fa), perchè ci ha fatto comodo vendere a loro i nostri prodotti, perchè ci ha fatto comodo non spendere una lira per la nostra difesa (perchè tanto ce l' assicuravano loro), perchè ci ha fatto comodo vivere nella libertà e nella prosperità invece che sotto una dittatura comunista e nell' indigenza, ecc ecc ecc ...
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