venerdì 20 giugno 2008

A Napoli arrivano gli psicologi della monnezza

La gustosa notizia è riportata sul Sole 24ore di oggi.

Cosa ci vanno a fare? Vi chiederete voi ... Be',  leggetevi l' articolo!

La risposta che azzardo io è che Bertolaso voglia insegnare ai napoletani i benefici mentali che derivano dal coltivare il senso civico: la serenità che deriva dall' esercizio del rispetto delle regole che pare i napoletani abbiano in odio.

In Italia sono i napoletani ad avere in odio il rispetto delle regole?!!

Berlusconi ed io non siamo napoletani eppure le regole non ci piacciono affatto! Al massimo le subiamo ma, potendo, le cambiamo, no? :-)

Siamo, lui ed io, una eccezione? Ma percaritàdidio, non diciamo fesserie!

In Italia le regole piacciono solo a due categorie di persone: a quelli che non hanno la possibilità fisica di infrangerle e a quelli che le invocano solo per gli altri e solo per costruirci sopra una carriera politica.

La prima categoria è più teorica che reale, nel senso che le regole sono talmente tante che chi ne segue la maggior parte ha sempre agio di disattenderne altre (e lo fa).

La seconda, invece, è nutritissima, specie da qualche lustro a questa parte.

Pensate che stia esagerando? Non credo proprio.

Vi siete mai chiesti perchè l' Italia primeggi nella classifica dei paesi dove si vive meglio e più a lungo?  

Eccovi la risposta: perchè evitiamo (più spesso degli altri) di seguire le regole!

Le regole sono una violenza psicologica, purtroppo necessaria alla convivenza civile, certo, ma pur sempre una violenza che, come come tutte le violenze, crea danni.

Quanto più riusciamo a sottrarci a questa violenza, tanto più contenti siamo e quanto più contenti siamo, tanto più a lungo viviamo e infatti .....

Ovviamente, come in tutte le umane faccende, c'è il rovescio della medaglia.

Se, dopo ben 147 anni dalla sua unità, l' Italia non è ancora una nazione, se abbiamo un debito pubblico spaventoso,  se abbiamo una classe dirigente politica e non che definire mediocre è un eufemismo, se abbiamo una pressione fiscale soffocante a fronte di servizi pubblici scadenti ecc ecc ecc è PROPRIO perchè non amiamo seguire le regole e lo facciamo il meno possibile.

Allora la domanda è: vogliamo vivere di più e allegramente o vivere di meno e ordinatamente?

Come al solito, bisognerebbe trovare un saggio compromesso, una via di mezzo, la famosa "aurea mediocritas" ove la parola latina non vuol dire mediocrità ma medianità, via di mezzo, appunto.

Tutto questo per dire ai giustizialisti nostrani che osannare le regole è stupido tanto quanto disattenderle sistematicamente: sono due estremismi e gli estremismi sono SEMPRE una iattura.

La Chiesa Cattolica, che non a caso sopravvive da duemila anni, 'sta cosa la sa e, infatti, impone regole severissime, ma assolve sistematicamente chi non le segue! E di questa assoluzione ha fatto un sacramento, addirittura e lo chiama pomposamente "Confessione". Io lo chiamerei, più modestamente, "compromesso" ...

Pace e bene a tutti.

Add to Technorati Favorites
HOME

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Paraffo, scusami, a proposito di regole: potresti quando segnali i post sull'aggregatore, scegliere la Rubrica più idonea agli stessi, invece di “infilare” qualunque tuo pezzo sotto la voce “politica“ (anche quando si occupi di cronaca, economia o società)?
Nel form dove si segnalano i post, da mesi c’è questo messaggio:
“Per favore, scegliete la categoria più appropriata per ogni singolo post. Non inserite ogni vostro scritto nella Rubrica “Politica”. Abbiamo otto Rubriche: usatele tutte. Se ad esempio scrivete del Tibet, inserite il relativo post nella Rubrica “Esteri“: perché è un argomento che ha attinenza con la politica estera, non con quella interna. Tanto i post vengono letti comunque, quale che sia la Rubrica in cui vengono inseriti”.
Ciao ;)

*paraffo* ha detto...

Avevo letto la tua (legittima) richiesta, Cam, e non l' ho affatto ignorata. Il fatto è che a me pare di scrivere sempre e solo di politica.

Per esempio questo post sulle "regole", tu dove lo avresti inserito? Nella società?

A me pare che la classificazione dipenda dalle intenzioni di chi scrive. Io intendo scrivere sempre e solo di politica, parola - peraltro - che è di per sè omnicomprensiva.

Insomma, Cam, io vorrei accontentarti ma DAVVERO non saprei quale mio post avrei potuto inserire altrove.

Allora facciamo così, se sei d' accordo: quando ti pare che un mio post sia fuori post, cancellalo pure.

Credo che il web sopravviverà anche senza leggere qualche mio post. :-)

Anonimo ha detto...

Certo l'iniziativa ha del surreale, ma se ci si riflette un'attimo non lo è poi tanto.
Non dimentichiamoci infatti che a Napoli il percorso più breve che collega due punti non è il segmento di retta nè tantomeno un arco curvo (già mi accontenterei!) ma qualcosa che assomiglia ad una spirale! Un mio conoscente che veniva da Milano, armato dei soliti pregiudizi, è ripartito via incantato; era stato sorpreso dal fatto che qui nulla a prima vista è quello che sembra ma nasconde sempre aspetti e soluzioni inaspettati che altrove sarebbero impossibili, e che ai suoi occhi evocavano il senso del meraviglioso e del miracolo. E' proprio qui il punto, che sfugge a chi non affronta questa città quotidianamente: ciò che per altri è la magia di questa città è la nostra più grande maledizione: si può anche, a volte, ottenere l'impossibile (il miracolo) ma prova a fare una cosa normale e vedi cosa succede. In questo caso ci si scontra con un intero sistema che si mette di traverso, e ciò che altrove è normale qui diventa eroico. Il paradosso, il rovesciamento delle regole, può anche essere divertente per chi poi se ne torna in un mondo in cui le regole funzionano, ma per chi rimane e lo affronta in qualsiasi aspetto della vita di ogni giorno, la situazione perde qualsiasi connotazione di allegria.La violenza che si subisce (perchè è anche questa violenza, il non poter contare su regole normali, sensate, lineari) è ai miei occhi peggiore, se si fa un onesto bilancio, di quella che si avrebbe sottoponendosi alle regole di cui sopra. Paradossalmente quindi , e forse involontariamente (mi sfugge ancora il senso di questa iniziativa), l'idea non è poi tanto campata in aria.

*paraffo* ha detto...

Caso vuole, cara amica (se ho interpretato male il tuo nick e sei un uomo, scusami), che io sia un mezzo nordico, cioè un romano che ha lasciato Roma per il Nord da 50 anni ma che, innamoratosi di Napoli come turista, un giorno ci si è trasferito per lavoro e ci è rimasto per oltre un anno, per poi scappare via!

Ti racconto questo solo per rassicurarti sul fatto che sei incappata in uno che ha capito perfettamente quello che intendi dire.

Tuttavia non sono d' accordo sul fatto che lì da voi non ci siano regole! Ci sono, ma sono diverse dalle nostre. Il problema è sapercisi adeguare (io non ci sono riuscito).

Il fatto che tu sia nata lì non comporta automaticamente che tu debba accettarle. Ci sono i napoletani che le accettano e, anzi, ci sguazzano dentro felicemente e sarebbero incapaci di vivere altrove e ci sono altri napoletani che, come te, NON le accettano e le "soffrono" e vorrebbero venir via.

A questa seconda categoria appartengono quei napoletani che, emigrati altrove, si adeguano prontamente alle regole del posto e diventano rapidamente più "milanesi" (per esempio) dei milanesi stessi.

Il concetto che vorrei trasmetterti è che non esistono città o paesi che hanno regole accettate da tutti gli autoctoni, che l' insofferenza per quelle in cui nascono è comune ai tantissimi che le sopportano a stento oppure scappano.

Succede ovunque, credi a me che ho vissuto in tanti posti differenti.

Conclusione: dovresti cercare di essere un po' più napoletana! :-)

Ovviamente, questo suggerimento è scherzoso, ma tu sei abbastanza napoletana (leggi: sveglia) per averlo capito.

Quanto agli psicologi in questione, ti sarò grato se mi farai sapere cosa diamine faranno, se davvero arriveranno!

Ciao, amica, alla prossima!

Anonimo ha detto...

Siccome sono ben contento della mia eterosessualità, in ossequio alla tua esperienza in giro per l'italia, mi sforzerò di essere più napoletano!
(naturalmente ciò,non si poteva evincere dal nick name)
Con ciò, e cercando di spiegare il senso di quanto scritto, personalmente credo che essere più napoletano,orgogliosamente napoletano, voglia dire non rassegnarsi al fatto che tali regole siano diverse, (in fondo la rassegnazione non è uno dei tanti difetti attribuitici,spesso a ragione?), ma far sì che possano cambiare.
Come? Senza battaglie donchisciottesche contro mulini a vento (i sistemi si cambiano da dentro,un pò alla volta, e non con le rivoluzioni), ma seminando giorno per giorno piccoli germi di linearità (e non spirali), coltivandoli con pazienza e realismo, nella mai sopita speranza che questi, insieme a quelli seminati da altri, possano crescere e costituire esempio che regionare diversamente è non solo possibile, ma forse conviene.
Forse può essere utopia,forse può non sembrare tanto sveglio, ma se è vero che si raccoglie ciò che si semina, non voglio seminare ciò che non mi piace.
In quanto agli psicologi, sono desolato, non ne ho la più pallida idea, posso solo buttare lì una provocazione scherzosa. Il paradosso si può combattere benissimo con il paradosso, anche se bisogna saperlo maneggiare, sennò ti scoppia in mano, cosa che io non sono sicuro di saper fare, per cui preferisco non azzardare ipotesi.
Più che psicologi forse ci vorrebbero dei maghi della pubblicità e del marketing per vendere idee "esotiche" (nordiche? ;-) ) come la raccolta differenziata.

*paraffo* ha detto...

Meno male che mi ero scusato in anticipo, caro e virilissimo amico! (Evidentemente avevo un forte desiderio di avere qui una ospite femmina, visto che non ne passano mai, e l' assonanza m-inna z-inna mi è stata fatale, accidenti)! :-)

La tua replica è tale che non ho proprio nulla da ... replicare, se non rinnovarti il mio invito a farmi sapere cosa accidenti faranno questi psicologi, se e quando arriveranno.

Immagino che sarà più facile, per te, venirlo a sapere.

in ogni caso, vieni a trovarmi quando vuoi, magari solo per spiegarmi il significato o la genesi del tuo nick.

La scelta dei nick è un argomento che mi ha sempre affascinato, da quando bazzico in internet.

Ciao!

Anonimo ha detto...

Arriecchici :p
Da una parte chi vuol distruggere le regole e dall'altra i moralisti che tornano a pontificare, in primis Serra che su Repubblica dice "Viene da invidiare la spavalderia, la contentezza con la quale Berlusconi fa il Berlusconi, senza avvertire ombra di stanchezza per la monotonia disperante del suo sogno di impunità. Dobbiamo prendere esempio da lui almeno in questo: non preoccuparci di essere ripetitivi, di ricalcare da precedenti articoli, precedenti sussulti politici la solita vecchia solfa sulla separazione dei poteri, l’indipendenza della magistratura, l’integrità della Costituzione. Poiché siamo costretti a essere, chissà per quanto, il pappagallo di noi stessi, facciamolo con più serenità, visto che lui è l’instancabile pappagallo di se stesso."

Ricomincia il teatrino, no ho ragione io, no ho ragione io, non mi interrompa mentre la interrompo... e intanto l'Italia affonda... altro che aurea mediocritas!

Anonimo ha detto...

PS (OT): tu che sei amico di Scilvio, ho una domanda da porci :p

Ieri Berlusconi ha detto che non bisogna parlare in politichese e che è giusto dire "all'Europa serve un drizzone".

Io povero terrone mica ho capito che è 'sto drizzone. Tu lo sai?

*paraffo* ha detto...

Traduzione libera: una raddrizzata.

Caro cloro, cominciavo a sentire la tua mancanza. Bentornato!

All' altro commento rispondo domani: ora sono cotto, essendomi beccato praticamente tutti il lavori di oggi del PD ....

PS Devo essere fuori di testa!

A domani, ciao!

*paraffo* ha detto...

Riecco anche me, temprato da un sonno non lungo ma ristoratore.

Tu sai, amico cloro, che la denuncia del teatrino della politica è uno dei miei cavalli di battaglia di sempre e da qualche giorno in particolare, cioè da quando è ricominciato, più virulento che mai.

Serra ha ragione, come gli capita spesso (quasi sempre): il pappagalleggiamento è ripreso.

Ma perchè stupirsene?

Gli uomini sono sempre uguali a sè stessi e dicono, quindi, sempre le stesse cose.

A volte capita di cambiare, ma solo apparentemente.

Prendi il caso, secondo me emblematico, di Giuliano Ferrara. Comunista e figlio di comunisti, ad un certo punto è diventato craxiano e poi berlusconiano e infine è tornato alle origini: è tornato ad essere quello di sempre, un uomo di fede!

Credere fideisticamente in Marx o in Ratzinger non fa differenza, l' importante è l' attitudine a credere nell' indimostrabile ....

Le sue parentesi riformiste e poi addirittura liberali non sono state una finzione, nè vanno condannate: Ferrara è uomo assai intelligente e i suoi tentativi di cambiamento sono stati determinati dalla sua razionalità e ha tenuto duro per anni, ma poi è ricaduto nella irrazionalità perchè gli esseri umani sono irrazionali, animali appena un po' più evoluti degli altri.

Ferrrara, oltretutto, ha una attenuante: all' irrazionalità era stato educato dai suoi genitori marxisti.

Dunque: se l' uomo è irrazionale GIA' per natura e PER DI PIU' lo educhi alla irrazionalità di una ideologia politica o religiosa, il risultato non può che essere scendere in piazza a sostenere cose senza senso, come è capitato, appunto, a Ferrara.

Oppure animare il teatrino della politica senza usare argomenti razionali ma con gli infantilismi insensati che denunci tu: "Ho ragione io, no ho ragione io" ...

Lo so che la stupidità (altrui) fa incazzare, ma ti devi rassegnare, amico mio. L' irrazionalità è la norma, la razionalità è solo una (rara) eccezione.

Buona giornata, cloro! Ciao!