giovedì 26 giugno 2008

La difficile posizione di Napolitano

Vi segnalo un ottimo articolo di Luigi La Spina, opinionista della Stampa. 

A parte la frase finale che esprime preoccupazioni per le sorti della democrazia (!!!), l' analisi che propone della attuale fase politica e la descrizione della difficile posizione in cui si trova Napolitano, mi sembrano assai interessanti.

Certo è che Napolitano pare davvero l' unico in grado di fare opposizione al Governo (a parte la maggioranza stessa!!!) e credo che finirà per farlo per quanto fino ad oggi sia riuscito a tenersi al di sopra della parti.

Uno dei mille difetti della nostra Costituzione è che i poteri del Capo dello Stato sono assolutamente indefiniti. Ognuno di loro, quindi, interpreta il suo ruolo come gli pare.

Napolitano è abbastanza vecchio da potersi permettere di "non guardare in faccia a nessuno" e di dimenticarsi, quindi, della sua appartenza politica?

Anagraficamente sì, lo è. Potrebbe davvero permettersi il lusso di passare alla storia come statista vero, invece che come uomo di parte assurto ad una carica più grande di lui ...

Finora, devo dargliene atto, si è comportato più che bene, ma non metterei mai la mano sul fuoco che continuerà a farlo.

Staremo a vedere. Come dice La Spina non dovremo aspettare molto ....

Mentre scrivevo questo post mi è arrivata, dall' amico Nico, la segnalazione che trovate in fondo

Tutti noi abbiamo sentito nei TG, ieri, che il CSM si era già pronunciato! Questo ci deve dare un' idea idea di quanto COLPEVOLMENTE inattendibile sia il giornalismo nostrano.

Oddio, a dire la verità, noi di destra lo sappiamo perfettamente. Sono i nostri amici di sinistra che credono pedissequamente ai giornalisti (sempre che siano antiberlusconiani, of course)!

ADNKRONOS:

GIUSTIZIA: CSM, DIFFUSIONE BOZZA TURBA SERENITA'
LAVORI


Roma, 25 giu. (Adnkronos) - ''La divulgazione alla stampa di una prima bozza del parere, attualmente in discussione in Sesta Commissione e dunque non pubblico, sul decreto legge contenente 'misure urgenti in materia di sicurezza pubblica' ha il solo effetto di produrre confusione - essendo il testo del tutto provvisorio- e di turbare la serenita' dei lavori del Consiglio, impegnato, coerentemente con le proprie attribuzioni, in una doverosa e rispettosa interlocuzione con il Ministro della Giustizia e il Parlamento''.
Lo affermano, in seguito alle indiscrezioni di stampa sui lavori della Sesta Commissione del Csm, il presidente Prof. Mauro Volpi e i Consiglieri Dott. Livio Pepino e Dott. Fabio Roia, relatori designati per la redazione del parere sul decreto sicurezza.
''Non conosciamo la finalita' che ha animato tale divulgazione - prosegue la nota - ma, in ogni caso, riteniamo di dover rendere pubblico il nostro piu' vivo dissenso da tale iniziativa e, insieme, la nostra ferma intenzione di procedere in tempi rapidi, per quanto di nostra competenza, alla definizione del parere nel pieno rispetto delle regole consiliari''.

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4 commenti:

Anonimo ha detto...

Letto, poi piccola sosta e riletto ...

Concordo con te parzialmente sul giudizio, mi rendo conto che in questo momento fra le alternative piu' quotate c'e' un (probabile? improbabile? solo possibile?) complesso intervento dell'"Inquilino" per calmare le acque e quindi scacciare i tragici fantasmi adombrati dal recente documento di Cossiga.

Intervento che (potrebbe?) "darci una mano" e quindi auspicabilissimo. Pero' ... la sia pur tiepida aspettativa per l'azione di un uomo dal passato irreparabilmente compromesso io non posso condividerla.
Non sono capace di dimenticare i "fratelli dell'Armata Rossa che combattono contro i banditi a Budapest" mai seguito da scuse ufficiali e pubbliche, non dimentico che, proprio per quell'atteggiamento e mancanza di successivi ripensamenti durante ben cionquant'anni siamo stati l'unico paese NON invitato ai massimi livelli a Budapest per l'anniversario del '56, e che l'"Inquilino" si e' dovuto inventare una qualche cerimonia culturale alla nostra ambasciata laggiu' per poter andare, sia pure qualche giorno prima (andare per poi finire a deporre fiori ... sulla tomba sbagliata!)

Non posso dimenticare e penso non sia giusto farlo.
Troppo intransigente? certamente, Puerile? forse, ma continuo a non poter perdonare chi regolarmente dimentica la democrazia tranne quando gli fa comodo apporre un fasullo bollino "democratico" su qualche sua creatura.

No, mi astengo volentieri dal far parte del consesso dei bravi democratici quando i democratici sono troppo inclini al perdono (immeritato) e al dimenticare, io non ci riesco.

Solo le persone serie meritano rispetto, e chi non sa riconoscere i propri errori e la propria malafede serio non e' e non avra' mai nemmeno un pezzettino della mia stima, neanche di striscio.

Anche se questo puo' costarmi ....

saluti
anda

*paraffo* ha detto...

Caro anda

quando, due anni fa, Napolitano è stato eletto Presidente della Repubblica, sono inorridito, esattamente per i motivi che hai appena elencato tu.

Quando , pochi mesi fa, è caduto il Governo Prodi ero pressocchè certo che Napolitano non avrebbe sciolto le Camere e indetto nuove elezioni.

Invece sbagliavo, perchè anche il credo doveroso incarico esplorativo affidato a Marino ha avuto i crismi della rapidità, per volere proprio di Napolitano.

A quel punto, specie dopo averlo paragonato a quel tristo figuro di Scalfaro, ho dovuto ammettere che Napolitano non fosse poi tanto male ....

Voglio dire che aveva tutte le possibilità di pescare nel torbido e non lo ha fatto.

Credo che, del mio post, ti sia sfuggito il senso di questa mia frase-domanda:

"Napolitano è abbastanza vecchio da potersi permettere di "non guardare in faccia a nessuno" e di dimenticarsi, quindi, della sua appartenza politica"?

Intendevo dire che, arrivati ad un passo dalla tomba , un uomo può trovare il coraggio di riscattare il suo passato, quello che tu ed io gli rimproveriamo.

Ovviamente la mia può essere una aspettativa ingenua, lo so benissimo, ma non è poi così peregrina come potrebbe sembrare.

Io credo che il non riconoscere i propri errori sia determinato ANCHE da mancanza di coraggio, non solo da malafede o da interesse e il coraggio, se uno non ce l' ha, non se lo può dare, come diceva giustamente don Abbondio.

Ecco, io credo che quando non ha più nulla da perdere, anche un pusillanime può togliersi - finalmente - lo sfizio di comportarsi coraggiosamente.

Napolitano sa quello che sanno tutti e cioè che la Magistratura va ricondotta nel recinto da cui è uscita 16 anni fa, grazie a tengentopoli, e che la politica deve riappropriarsi del primato allora perduto.

Sappiamo tutti perchè ancora non è stato fatto e cioè perchè la difesa della magistratura è servita a combattere Berlusconi e, stanne certo, lo sa anche Napolitano.

Ora si tratta di vedere se questo vecchio signore troverà il coraggio di andare contro gli interessi dei suoi compagni di partito, e di fare- invece - quelli del paese.

Mi lasci cullare in questa illusione almeno per qualche giorno, amico anda?

Nico ha detto...

Ansa delle 16.35

http://www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/daassociare/visualizza_new.html_103842927.html

Sospensione processi, Mancino: Csm parla con atti ufficiali
ROMA - "Il Csm parla solo attraverso i suoi atti ufficiali, non con personali interpretazioni": lo ha detto, in apertura della seduta odierna dell'Assemblea Plenaria, il Vice Presidente, Nicola Mancino. "Tento di presentare il Consiglio Superiore della Magistratura - ha continuato - come istituzione dialogante che colloquia col Governo corrispondendo puntualmente alle funzioni e alle prerogative che la Costituzione gli assegna. Non ho mai pensato, e neppure Voi, sono convinto e credo, che possiamo essere una terza Camera, come pure qualcuno ci rimprovera: già due - ha aggiunto Mancino - a parità di funzioni sono troppe. Una terza, con 26 componenti per quanto tutti autorevoli, presieduta dal Capo dello Stato è una invenzione di chi non vorrebbe un Csm autonomo, non collegato a maggioranze politiche, che, richiesto o non richiesto fa lo stesso, avanza una proposta in tema di ordinamento e di organizzazione giudiziaria, che formula un parere, ai sensi dell'art. 10 della legge istitutiva del 1958".


MANCINO RIBADISCE RICHIAMO RISERVATEZZA
In apertura della seduta odierna dell'Assemblea Plenaria, il Vice Presidente del Csm, Nicola Mancino ha ha lanciato un nuovo richiamo alla riservatezza e dunque a non rendere dichiarazioni da parte dei singoli a nome dell'intero Consiglio Superiore. "Già nella seduta di ieri - ha ricordato Mancino - ho accennato alle procedure: prevale, certo, nel ragionamento che ho svolto e sto svolgendo, la mia esperienza pregressa: su un argomento si nomina un relatore, il quale espone i punti essenziali, desumibili dalla questione all'ordine del giorno; sulla relazione si apre un dibattito, al termine del quale il relatore, se le opinioni espresse lo trovano concorde, presenta una ipotesi di risoluzione, su cui il plenum è chiamato ad esprimersi". "Se si rovescia l'impostazione - ha spiegato Mancino - non potremo evitare che una bozza di risoluzione, unilateralmente elaborata, si trasformi o venga fatta passare come la risoluzione definitiva, del resto, è avvenuto anche in questi giorni".

"Torno a chiedere riservatezza: ieri ho parlato con toni alterati, e per fortuna (lo stile conta!) eravamo a seduta già tolta. Voglio precisare - ha specificato Mancino - che mi sono rivolto al Consigliere Roia avendo presente solo la dichiarazione da lui resa sabato scorso a Milano, ma non per rimproverargli d'aver diffuso il testo della bozza. Io non so chi l'ha diffuso. Qualcuno, però, l'ha fatto. Ora io chiedo al Consigliere Berruti, che è Presidente della Seconda Commissione, di disciplinare la riservatezza di cui devono essere circondate le discussioni in Commissione, e le eventuali sanzioni da adottare in caso di violazione". "Non se ne può più - ha proseguito - di questa prassi di far dire ai nostri atti o ai nostri documenti non il loro contenuto ma l'interpretazione che qualcuno vuole loro dare. Non posso nascondervi d'aver avuto una tentazione dovuta alla sensazione che, per quanto tu possa lavorare, studiare, approfondire, se il contesto continua ad andare a ruota libera, c'é una sola strada. Gli uomini, per me - ha concluso Mancino - sono tutti necessari, ma nessuno, proprio nessuno, è indispensabile".

BERSELLI, MANCINO SI DIMETTA DOPO INDISCREZIONI

"Il vicepresidente del Csm Nicola Mancino deve trarre le conseguenze di quanto sta succedendo e si deve dimettere. Sarebbe un atto dovuto di elementare sensibilità istituzionale". Il presidente della Commissione Giustizia del Senato, Filippo Berselli, se la prende con il vicepresidente del Csm per la fuga di notizie sulla bozza di parere negativo del Consiglio alla norma che blocca i processi, inserita nel decreto sulla sicurezza, considerata come "un'amnistia occulta". Berselli spiega che il problema non è "il merito del parere che è legittimo ed è previsto da una legge dello Stato del 1958" ma "le indiscrezioni che trapelano riportate da tutti i giornali che - precisa Berselli - screditano direttamente il presidente del Csm che è Capo dello Stato e ha la funzione di promulgare le leggi". "Si tratta - sostiene il presidente della Commissione Giustizia del Senato - di un atto di assoluta, gravissima scorrettezza istituzionale verso il Quirinale".

Il presidente della Commissione Giustizia del Senato spiega che non gli basta apprendere dai giornali che "Nicola Mancino è infuriato per le indiscrezioni" finite sulle stampa e che "a questo punto deve trarre le conseguenze istituzionali" perché ha la responsabilità del Csm. "Lo screditamento in atto del Capo dello Stato - sostiene Berselli - non può lasciare indifferente Mancino e non basta che dica, come scrive qualche giornale 'se continua cosi' me ne vadò". "Che vuol dire 'se continua cosi' - commenta Berselli - non si può accettare un simile andazzo e attendere una prossima situazione, le dimissioni a mio avviso le deve dare subito". "Peraltro - osserva il presidente della commissione Giustizia del Senato - queste indiscrezioni non mettono in difficoltà la maggioranza, visto che il parere che viene dato per legge al ministro non è vincolante. Ma mettono in difficoltà il Quirinale perché non viene garantito il principio di riservatezza del Csm". "E se non viene garantito questo principio di riservatezza, che ci sta a fare Mancino?" insiste Berselli.

*paraffo* ha detto...

Grazie, Nico,

Assai interessante e anche vagamente consolante perchè la vicenda lascia intendere che almeno qualcuno (Mancino) ha ancora la capacità di vergognarsi, nel CSM ...