sabato 19 aprile 2008

Sento che è importante ....

Sento che questo articolo di Statera su la Repubblica è importante, ma non so ancora perchè.

Probabilmente sono al computer da troppe ore, ho letto troppe cose e troppe ne ho scritte e sono troppo fuso ...

Vabbè, intanto lo pubblico per portarlo alla vostra attenzione e domattina vedrò.

Nel frattempo, se qualcuno volesse commentarlo, ne sarei felice.





La Repubblica


Marx e il mercato travolti dal nuovo vento del Nord

Alberto Statera
"From Marx to market", aveva pontificato, immaginifico e colto come sempre, Giulio Tremonti di fronte al mutare dell'egemonia culturale dominante in questo Paese sull'abbrivio della globalizzazione. Gli operai sono più vicini a noi che ai sindacati, ha proclamato Luca Cordero di Montezemolo, nel giorno dello storico penultimo addio alla presidenza della Confindustria celebrato ieri nell'immenso auditorium dell'evocativo Lingotto operaista. Ma, destino cinico e baro, chissà se il nuovo sentimento nascente dalle elezioni del 13 e 14 aprile è proprio quello del Montezemolo supermercatista o se bisogna invece chiedersi: "From market to?". Di lì veniamo, d'accordo, ma dove andiamo sull'onda di flussi elettorali inediti e imprevisti per un "salotto buono" confindustriale che a occhio e croce puntava su un pareggio mallevadore di larghe intese o di coesione nazionale, come la definisce il presidente dell'Unione industriale torinese Alberto Tazzetti, per fare le necessarie riforme?

Sulle magnifiche sorti e progressive del mercato Montezemolo aveva incardinato tutto il suo mandato confindustriale, aveva condannato le imprese che si adagiavano sugli aiuti di Stato, aveva invocato la competizione con tutti e contro tutti, aveva respinto la cultura anti-impresa e le ideologie vetero-marxiste che classificavano gli imprenditori come nemici di classe.

Tanto aveva ragione da sostenere che oggi gli operai sono più vicini a lui che ai sindacati. Ma davvero è così?

Da lunedì, con la vittoria elettorale del Pdl di Berlusconi e Fini, ma soprattutto di Bossi e della Lega, lo scenario cambia: non più la difesa degli interessi toutcourt, che la Confindustria montezemoliana ha incarnato nel "dio-mercato", ma il gagliardetto delle "comunità locali di interessi", secondo la definizione di Giuseppe De Rita, che sarà innalzato da una maggioranza di governo con un azionista dotato di golden share rappresentante dei microimprenditori della Pedemontana e, al tempo stesso, dei loro operai. Non più destra-sinistra, ma una polarizzazione centro-perifera.

Un bel problema per la pur tosta Emma Marcegaglia che dovrà gestire una Confindustria sempre più frastagliata. I piccoli arrabbiati, cui la Cina e l'India fanno paura, che considerano la globalizzazione come il governo dei demoni sul mondo, i grandi privilegiati dei salotti e i "banchieri travestiti da statisti" (copyright sempre di Giulio Tremonti).

"Nessun consiglio al nuovo governo - ha avvertito Sergio Marchionne - ma noi siamo per un sistema industriale al massimo della competitività". Un'ovazione? Neanche per sogno, gli applausi dei due o tremila in sala sono andati al professor Roberto Perotti, della Bocconi, soprattutto quando ha detto che sui muri di Barcellona non ci sono i graffiti e murales come qui da noi dove s'imbratta tutto. Low, order e pulizia dei muri. Ma dove è andato in vacanza il professor Perotti? Marchionne ha votato in Svizzera, dove risiede, qualche giorno prima di domenica scorsa e noi crediamo di sapere per chi.

Crediamo persino di sapere che lunedì sera non ha fatto festa, ascoltando Beethoven nell'interpretazione del pianista turco che predilige. La platea del Lingotto, luogo mitico dell'ex classe operaia, deve aver invece stappato prosecco a fiumi lunedì sera. Ma per il mercato globalizzato e la competizione, o per le rispettive comunità locali d'interessi? Mai più Vicenza, con il Berlusconi sciatalgico che salta sul palco e fa a pezzettini i "poteri forti" e i professionisti della Confindustria. In prima fila sonnecchia soltanto il mite Fedele Confalonieri, l'ambasciatore.

Ma il clima prevalente si percepisce anche questa volta. Il povero Andrea Pininfarina che, come un ufficiale austroungarico, fa una relazione perfetta su dieci anni d'Italia, parla della voglia di scala mobile e di spesa senza copertura che torna, dell'evasione fiscale, che è la forma più odiosa di concorrenza sleale, ma conciona nel gelo. Gli applausi scrosciano per i graffiti. Meglio la competizione globale o la sicurezza in villa che garantiranno i sindaci eroi della Lega, che hanno fatto scuola a quelli di sinistra a Padova come a Bologna?

Chissà se Luca Montezemolo ricorda quella cena torinese, ancora vivo l'Avvocato Agnelli, cui Tremonti si presentò a braccetto con Bossi, per la prima volta ammesso tra i poteri elitari di Torino, ed entrando nella sala proclamò: "Io e Bossi riscriveremo Marx".
Perché Montezemolo ha forse ragione di compiacersi del fatto che gli impegni delle forze politiche che hanno vinto le elezioni contengono molte delle proposte del suo "decalogo", può anche gioire del fatto che una delegata della Cgil sia stata eletta parlamentare nelle liste della Lega Nord o che la Marcegaglia avrà a che fare con Rosy Greco invece che con Guglielmo Epifani.

Ma ora Tremonti, che del braccio Bossi si presenta come la mente, Gianfranco Miglio dei tempi moderni, crede forse di averlo riscritto davvero Marx in salsa leghista, denunciando la "cambiale mefistofelica" firmata col mercato nel suo "La paura e la speranza". Tanta paura e poca speranza, quando i grandi processi non si possono bloccare, ma si devono cavalcare. "Se si coltiva troppo la paura rispetto alla speranza - fa il sindaco di Torino Sergio Chiamparino - appaiono inevitabilmente i fantasmi".

Ecco che l'addio di Montezemolo irrompe in un'Italia che è cambiata, che oscilla tra mercatismo e antimercatismo, tra pancia e interessi. In una confusione di interessi. I piccoli imprenditori dell'Alta Padovana mandano in Parlamento il sindaco leghista di Cittadella Massimo Bitonci con il 42 per cento dei voti. Il decreto antisbandati che l'ha reso famoso ha già bloccato l'afflusso di stranieri. Se, come sembra, dilagherà in Veneto, in Lombardia e in Piemonte presto non si troverà più un operaio per far funzionare le fabbriche. "Immigrazione, invasione vitale", proclama però il capo dell'Ufficio studi della Confindustria Luca Paolazzi. Ma non scioglie il nodo tra interessi tout court e comunità locale di interessi, tra destra-sinistra e centro-periferia.

"In America - ride Mario Carraro, ex presidente di Confindustria veneta con stabilimento a due passi da Cittadella, criticando i suoi colleghi che non sanno decidere se vogliono cacciare gli immigrati o trovare gli operai che servono - entra un milione e mezzo di immigrati ogni anno. Senza drammi. E - ride - hanno mezzo milione di italiani irregolari".

Come si metterà tra tante contraddizioni la Confindustria liberista e mercatista che lascia Montezemolo, quando gli azionisti-leghisti del governo si opporranno alla privatizzazione delle aziende municipalizzate, all'abolizione dell'Ici promessa da Berlusconi o a quella delle province, epitome della casta politica che nasce dal basso e poi prolifera avviluppando la società?

Corrado Passera, grande banchiere, ascolta l'intervento pieno di meraviglie nazionali di Hjort Frederiksen, ministro del Lavoro danese e chiosa: se l'Italia fosse come il Veneto, la Lombardia o il Piemonte, sarebbe più gestibile, come è la Danimarca. Potrebbe persino sembrare un assist alle voglie secessioniste che molti continuano ad attribuire alla Lega, al di là della secessione leggera che molti politologi danno per già avvenuta nei fatti, ma naturalmente non lo è.

La grande industria, la grande banca e la finanza, non mettevano nel conto un vento elettorale come quello che ha scompigliato santuari votati all'eternità. Pensate la felicità dei poteri finanziari di Verona, roccaforte finanziar-cattolica, nel veder assurgere il sindaco Flavio Tosi, quello del "leon che magna el teròn" a plenipotenziario del Nordest della Lega di governo. O l'aristocratica Brescia cattolico-bancaria di Mino Martinazzoli e Giovanni Bazoli, del prodismo dei poteri elitari, doversela vedere con la traumatica perdita del governo della città.

Luca Montezemolo le cose le fa sempre in grande. Persino il pre-addio alla Confindustria certifica per la prima volta senza molti dubbi l'eclisse dei salotti buoni. Fedele Confalonieri, l'ambasciatore dell'eterno escluso, è lì in prima fila a dimostrarlo.

(19 aprile 2008

19 commenti:

Davide Andriolo ha detto...

Dato che parliamo tanto di mistificazioni della realtà, ti invito a sorridere con me di questa:
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2008/04_Aprile/17/pop_libero.shtml

Ciao!

*paraffo* ha detto...

Avevo sentito la notizia e già progettavo un post di fuoco, ma quando ho visto la foto incriminata, ho subito capito che era una bufala: il "bovero negro" di Feltri era bianco e la scaletta dell' aereo era troppo bassa perchè uno scalino ... umano fosse necessario.

Feltri, stavolta, ha fatto il furbo. Forse ha dimenticato di essere di destra oppure ha voluto, per una volta, provare l' ebbrezza di imitare i suoi colleghi di sinistra che, della demonizzazione degli avversari, hanno fatto uno stile di vita ....

Capisco la tua gioia, Mac, per aver potuto, per una volta, beccare in castagna un avversario, ma faresti bene a guardare alla trave negli occhi dei tuoi, piuttosto che alla pagliuzza in quella dei miei ....

Ricodati, o meglio, sappi che l' uso della menzogna sistematica era teorizzata ed insegnata nella scuola delle Frattocchie, da cui proviene la tua classe dirigente ...

E questo è un fatto, non una opinione.

Buona giornata, amico mio.

Davide Andriolo ha detto...

Io credo che, purtroppo, sia un difetto bipartisan. Ma dai, forse è colpa del fatto che da voi ci son tanti ex PCI! :-p

*paraffo* ha detto...

Se il fenomeno fosse davvero bipartisan, avresti ragione. Ma così non è, altrimenti Belusconi non avrebbe mai perso una elezione.....

Davide Andriolo ha detto...

Scusami, paraffo, ma qui mi sembri peggio dei trinariciuti...
Berlusconi avrebbe perso per colpa dei media contro? ma dai...
Dici che non è un'opinione ma un fatto, e anch'io potrei elencarti altrettanti fatti, sin dall'epoca in cui Berlusconi con le sue tv sosteneva Craxi (o meglio veniva comandato, perché le telefonate che faceva il leader del PSI avevan toni da padrone).
Berlusconi ha perso per colpa della lega nel '96, ha perso per colpa di scelte impopolari nel 2006, per non aver attuato nessun vero cambiamento come invece si sperava (colpa dell'UDC o della situazione internazionale o sua, il cambiamento non c'è stato), tanto che i suoi stessi alleati allora davano per persa la campagna elettorale (e forse se ci avreste creduto di più, avreste anche vinto).
Non parlarmi dei media, per piacere, perché sappiamo da chi prendeva ordini la RAI, anche per le assunzioni di questa o quella starletta (figa da donare a un senatore per conquistare il suo voto, tra l'altro, grande operazione politica per il paese), e già ora si sta vedendo il servilismo:
1) son tornate le belle notizie, Berlusconi non è neanche al governo e già il TG1 è passato dal dipingere il paese sull'orlo della crisi a parlare del boom dell'export italiano
2) uno stupro a Milano passa quasi sotto silenzio, uno a Roma tiene banco su tutti i TG e porterà voti a Alemanno

Potrei continuare, ma mi fermo qui, perché so che altrettanti esempi potresti farmeli tu. Non è una questione di chi sia meglio purtroppo. Il vizio propagandistico è terribilmente bipartisan, ma in questo non siam da meno a altri paesi, almeno. Negli Stati Uniti l'accusa all'avversario (anche dello stesso partito, durante le primarie) è alla base di ogni dibattito. Fa parte del gioco, e si chiamano esperti in questo campo (tra l'altro curioso che l'esperto di Hilary oggi è lo stesso che portò all'elezione Bush e seguì Berlusconi stesso tempo fa), l'importante è che non ci sia sproporzione di mezzi (e il potere mediatico berlusconiano spaventa per questo) e l'elettore sia cosciente di far parte del gioco, ma scelga liberamente.

Non mettiamo la ragione da una parte sola, almeno su questo, paraffo, altrimenti davvero se partiamo dal presupposto che quelle dell'altro son sempre menzogne, il dialogo è impossibile

Davide Andriolo ha detto...

La cosa più curiosa della notizia che ti ho inviato, comunque, non è il fatto in sé, o il fatto che sia montato ad arte... ma il fatto che Feltri si sia inventato un ruolo di rappresentanza della sinistra per la signora Prada... che oltre alla Luna di rosso credo abbia ben poco! :-p

*paraffo* ha detto...

E qui ti sbagli di grosso Mac! Non mi riferisco alla Sig.ra Prada in particolare di cui non sono informato e di cui neppure mi interessa informarmi, ma alla tua idea che un capitalista, specie se opera in un settore contiguo al business show (come lo chiamano gli americani), non possa sostenere la sinistra.

Essere di sinistra è, da sempre, il vezzo dei ricchi di quell' ambiente, in questo paese. Nel caso te ne sfugga la ragione, tieni conto che, fino al crollo di tangentopoli, il conformismo aveva un solo nome, famigerato: Democrazia Cristiana. Se non amavi la dc eri comunista oppure fascista (qualche "illuminato" come me (!!) era radicale, ma si trattava di 4 gatti).

I fascisti erano esacrandi di per sè ed esecrati di fatto, essendo stati messi fuori dall' "arco costituzionale", una definizione geniale uscita dalla scuola delle Frattocchie.

Dunque, se non eri un fesso, non ti rimaneva che simpatizzare per la sinistra, se poi ti consideravi un grande intellettuale, eri per il PSIUP. Se poi ti consideravi un genio, come Feltrinelli (a proposito di ricchi di sinistra) ti mettevi persino a fare il terrorista.

E' questa la situazione di partenza che ha determinato, nel tempo, l' egemonia "culturale" della sinistra in ogni ambito. Da questo al conformismo di sinistra il passo è stato brevissimo.

Chi ha avuto il massimo interesse a lasciare che le cose andassero così? Le grandi famiglie capitaliste parassitarie, ovviamente, che avevano bisogno della FINTA opposizione del PCI a sostegno dei governi di centrosinistra, per continuare a fare i loro porci comodi per decenni e decenni e decenni, persino oltre l' arrivo di Berlusconi e fino a poche settimane fa, grazie al Governo Prodi

Visto che Montanelli, considerato fascista per 40 anni e poi santificato per aver litigato con Berlusconi, è ora ritenuto credibile dalla sinistra, ti consiglierei di procurarti i suoi articoli prima sul Corriere (che dovette abbandonare proprio per la linea sinistrorsa che aveva assunto quel giornale) e poi sul Giornale (che sarebbe fallito se non fosse intervenuto l' editore Berlusconi a salvarlo e a permettergli di continuare a vivere in perdita) e scoprirai che quel che ti ho appena riassunto io è la verità e che quindi, stupirsi dell' eventuale sinistrismo di una sigra Prada è davvero INSENSATO, Mac.

Considera questo mio commento come risposta anche all' altro tuo intervento, quello in cui ironizzi sul ruolo che io ho attribuito alla stampa padronale (triade Corriere-Repubblica-Stampa) nelle sconfitte elettorali di Berlusconi ed anche nella caduta del suo primo governo.

Quella caduta fu determinata, parlamentarmente parlando, dalla Lega, certo!

Ma la Lega fu condizionata dal coro unanime che seguì alla pubblicazione - da parte del Corriere (!!) in anteprima, del famoso avviso di garanzia che raggiunse B. mentre presiedeva un summit europeo sulla criminalità! Cosa diceva quel coro, in maniera assillante e unanime?

Che Berlusconi era indegno di presiedere il Governo (malgrado il voto della maggioranza degli Italiani) e che la sua stagione politica era GIA' finita. Il Presidente della Repubblica, un personaggio che non voglio neppure nominare e definire perchè non so se esiste (o esiste ancora)il reato di vilipendio ad un ex- Capo dello stato) ma che mi limiterò a ricordare che era un democristiano, nella peggiore accezione del termine, non faticò molto a convincere Bossi che, col Cavaliere, sarebbe affondato anche lui, se non lo avesse mollato e, manco a dirlo, negò in ritorno alle urne, dopo che la Lega fece cadere il Governo.

Vicende obbrobriose e antidemocratiche come queste, Mac, non potrebbero verificarsi senza la manipolazione della opinione pubblica attraverso i giornali perchè quello fu un golpe vero e proprio contro il rispetto del risultato delle urne ...

Mac, essere giovane e voler fare politica con ONESTA', richiede l' onere di conoscere la storia patria. Se vuoi, invece, farlo SENZA onestà, puoi fregartene, anzi, DEVI fregartene.

Le librerie (e le biblioteche) sono piene di ricostruzioni degli anni dal dopoguerra in poi, scritte con onestà anche da gente di sinistra. Io credo che se tu impiegassi il tuo tempo libero, almeno per qualche mese, all' impresa di informarti bene sul tuo paese, iknvece di perderlo con me e coi "liberisti solidali", faresti un favore a te stesso e, in prospettiva, anche al tuo partito.

Davide Andriolo ha detto...

Caro paraffo, il tuo odio e la tua distorsione della storia in chiave berlusconiana fanno proprio sorridere.
Fa sorridere questa tua ostinazione a vedere i media in mano alla sinistra, quando è ovvio che stiano alla busta paga di qualcun altro.
La storia patria la conosco anch'io, per averla studiata, e ti ho fatto un quadro degli ultimi 15 anni che tu, da buon liberale, hai deciso di non pubblicare, preferendo attaccarti alla battuta sulla signora Prada e sproloquiando su un Montalelli che nessuno ha mai definito di sinistra. Faceva parte di una destra criticabile sotto molti aspetti nel suo modo di vedere le cose, ma seria, non legata agli interessi di questo o di quello. Una destra con dei valori, una destra che avrebbe potuto sedere accanto alle altre destre europee. La grossa coalizione di interessi rappresentata da quella destra che tu comicamente ti ostini a definire liberale è solo la rappresentanza di quello che sono i finti liberali come te in questo paese. Credevo di poter fare un discorso serio e pacato con te, alla pari, ma veramente la censura è qualcosa che non sopporto. Credevo fosse un problema tecnico, ma aver conferma che invece sia stata voluta mi conferma una regola di cui tu credevo fossi l'eccezione: c'è tanto senso di libertà nel PdL quanta unione c'era nell'Unione. Zero

*paraffo* ha detto...

Credevo di poter fare un discorso serio e pacato con te, alla pari, ma veramente la censura è qualcosa che non sopporto. Credevo fosse un problema tecnico, ma aver conferma che invece sia stata voluta

Posso sapere di che censura parli e dove avrei "confermato" di avertela fatta?!

Forse dovremmo chiarire questo punto, visto che ti ha fatto perdere il bon ton, non credi Mac?

Davide Andriolo ha detto...

Mi riferisco al fatto che il mio commento sul perché delle sconfitte berlusconiane sia stato autorizzato solo ora e solo in parte, mentre la battuta sulla signora Prada, temporalmente successiva, sia invece comparsa subito.
Ma va beh, rispondi pure al resto, su questo come nell'altro post, se vuoi, giusto per vedere l'ennesimo gioco di prestigio sulla storia.
Da chi vuole riscriverla cancellando la resistenza e elevando Mangano al ruolo di eroe non posso aspettarmi certo la verità. Uno ci prova, a dialogare, ma non è una questione di bon ton. Quando supererà il berlusconismo forse l'Italia riuscirà a avere una forza veramente liberale. Adesso ci son sicuramente persone valide e liberali veri dentro il PdL, e fino a ora ti credevo fra questi, ma evidentemente mi sbagliavo.

*paraffo* ha detto...

Mi riferisco al fatto che il mio commento sul perché delle sconfitte berlusconiane sia stato autorizzato solo ora e solo in parte, mentre la battuta sulla signora Prada, temporalmente successiva, sia invece comparsa subito.

Cosa vuol dire pubblicato "solo in parte"?
Io clicco su "pubblica" e quello che c'è viene aggiunto, pari pari ma, casomai questo non fosse avvenuto, non so che farci, nel senso che non è stato un mio errore e tampoco una mia volontà.

Se ho pubblicato prima il post breve sulla signora è stato proprio perchè era breve e permetteva una risposta breve, almeno nelle mie intenzioni (e invece mi sono lasciato prendere dalla solita logorrea)!

Io pubblico i post solo quando ho il tempo (o la voglia) di rispondere e questo per un motivo pratico: non dovermi ricordare a memoria quelli a cui non ho risposto. Siccome NON me li ricorderei di sicuro se li pubblicassi subito, dovrei andare a cercarmeli dopo aprendo tutti i post, il che sarebbe una gran rottura di coglioni.

Detto questo, mi auguro che tu non pretenda di decidere per me quando DEVO rispondere!!!!

Rispondo quando cacchio voglio io, Mac! Claro?

Mi aspetto, quindi, le tue scuse per tutta la cagnara che hai fatto e per la tua accusa infondata e insensata di censura e, soprattutto, per la tua presunzione nel ritenere le cose che scrivi "degne di censura", sottintendendo, cioè, che le tue argomentazioni siano di una tale levatura dal potermi mettere in imbarazzo.

Io ti ripeto, per l' ultima volta, che tu di storia patria, almeno dal dopoguerra ad oggi, sai poco e quel poco puntualmente distorto dai tuoi pregiudizi ideologici. E questo lo dimostri tutte le volte che ne parli.

Quindi, vedi di farti una pera di modestia e di umiltà, se sei interessato a continuare a dialogare con me.

Tieni conto, infine, che senza le tue preventive scuse formali, non solo non risponderò ai tuoi ultimi post, ma neppure ti leggerò esattamente come, di questo che sto riscontrando, ho letto solo l' incipit che ho copiaincollato.

Vedi tu cosa vuoi fare, ma sii certo di una cosa: in questa spiacevole querelle, la politica non c'entra affatto! E' solo una questione di civiltà, cioè di qualcosa che non è nè di destra nè di sinistra.

Stammi bene. Ciao

Davide Andriolo ha detto...

Se davvero uno dei miei commenti sia scomparso e tu non c'entri nulla mi scuso di averti accusato di questo, ma è stato solo la goccia che ha fatto traboccare un vaso già pieno.

"vedi di farti una pera di modestia e di umiltà, se sei interessato a continuare a dialogare con me"

Esatto, sta proprio qui il punto.
È questo "lei non sa chi sono io" che non accetto, perché non credo di essere assolutamente da meno. E attenzione, non dico di esser di più... credevo solo di poter dialogare alla pari, ma continui a dispensare dall'alto la tua "saggezza", negando la storia, il presente, i dati economici stessi, sin dalla nostra prima discussione, e accusi poi me di ignoranza.

Sentirsi dare di continuo dell'ignorante su cose che uno ha studiato sia per l'Università che per cultura personale e poi anche dell'ignorante su come sta la gente, quando proviene da uno dei più poveri quartieri siciliani e vive precario a Milano (dopo aver girato altre due città) facendo quadrare il suo stipendio, mentre tu riesci a dispensare al tempo stesso saggezza academica e popolare a noi poveri mortali... io non ci sto. Se riusciamo, come a volte siam riusciti, a far un dialogo e non un monologo in cui dici all'altro di mettersi a studiare, allora ci sto. Se vuoi fare monologhi e provocare di continuo, liberissimo di farlo in casa tua, è il tuo blog, ma io son altrettanto libero di non tornare, anche se mi dispiace davvero. Ciao

*paraffo* ha detto...

Il giorno 23/apr/08, alle ore 00:28, macondo83 ha scritto:
Se davvero uno dei miei commenti sia scomparso e tu non c'entri nulla mi scuso di averti accusato di questo, ma è stato solo la goccia che ha fatto traboccare un vaso già pieno.

Insomma, Mac, deciditi: il tuo commento è scomparso, come dici ora, o ne è scomparsa una parte, come hai detto ieri? E perchè dici che è scomparso, se ieri mi avevi accusato "soltanto" di averlo pubblicato in ritardo, rispetto ad un altro?

Vabbè, dall' alto della superiorità che mi attribuisci ("lei non sa chi sono io!"), posso ben capire e, quindi, accettare che la nostra corrispondenza non costituisca una priorità nella tua vita e che tu non ti metta a spendere energie per ricostruire con precisione la sua tempistica.

Comunque, mi hai fatto le scuse che pretendevo e tanto basta.

Quanto al "vaso già pieno", comprendo anche questo. Perchè sono un dio benevolo? No, semplicemente perchè anche il "mio vaso" è spesso pieno, come ben sai per avertelo io segnalato più di una volta, sia pure con cortesia e buttandola in ridere.

La differenza è che io, tutte le volte, l' ho svuotato, invece di dare in escandescenze, come hai fatto tu con la storia della presunta censura. Perchè lo svuoto? Perchè, tenendoci al proseguimento del nostro rapporto, mi faccio una pera di modestia e di umiltà!

Cioè, tengo conto del fatto che, agli occhi di un giovane militante politico di sinistra, io possa apparire un dinosauro, un vecchio appartente ad una razza in via di estinzione e che, perciò, devo già essere contento ed esserti grato del fatto che tu mi rivolga la parola!

E guarda che non sto facendo dell' ironia! Il fatto è che io riesco a mettermi nei tuoi panni, caro Mac, capisci?Questa operazione, credimi sulla parola, richiede dosi massicce di modestia e umiltà e sai perchè sono così assertivo in questa dichiarazione?

Oibò, perchè 25 anni li ho avuti anche io (anche se ti parrà strano!!) e ricordo perfettamente quanto fossi presuntuoso e saccente allora. Anzi, devo ammettere, con rammarico, che lo ero persino più di te, il che è tutto dire!

"vedi di farti una pera di modestia e di umiltà, se sei interessato a continuare a dialogare con me"
sta proprio qui il punto.
È questo "lei non sa chi sono io" che non accetto, perché non credo di essere assolutamente da meno. E attenzione, non dico di esser di più... credevo solo di poter dialogare alla pari, ma continui a dispensare dall'alto la tua "saggezza", negando la storia, il presente, i dati economici stessi, sin dalla nostra prima discussione, e accusi poi me di ignoranza.


Hai ragione, Mac, il punto sta proprio lì! Nel tuo credere, presuntuosamente, cioè infondatamente, che tu ed io siamo alla pari, cioè che siamo uguali!

Questo tuo errore non è dovuto solo alla "malattia giovinezza" di cui ho parlato nel paragrafo precedente. Questo tuo errore ha una matrice ideologica ben precisa ed è di questa che voglio parlare.

Gli uomini, al contrario di quello che credi tu, non sono mai "alla pari", nemmeno alla nascita, nemmeno nel grembo materno! L' idea dell' uguaglianza degli uomini è una di quelle perniciose sovrastrutture mentali, di quelle invenzioni che non trovano riscontro alcuno nella realtà, che rendono gli uomini di sinistra letali nei regimi totalitari ed pericolosi in quelli democratici.

Se oggi, dopo 40 anni dal famigerato '68, si ricomincia finalmente (ma ancora timidamente) a parlare di meritocrazia è perchè il disastro italiano ha insegnato, persino alla gente di sinistra, che l' idea di "parità" fra gli uomini porta al livellamento IN BASSO della qualità media degli stessi.

Avere aperto le università a tutti, a prescindere dal tipo di scuola media frequentata e persino dal livello di preparazione raggiunto individualmente in quel tipo di scuola, ha avuto il brillante risultato di sfornare una pletora di laureati tanto "culturalmente" ignoranti, quanto "nozionisticamente" saccenti e presuntuosi, cioè incapaci di mettersi in discussione ma capacissimi di pretendere l' impossibile in nome della "uguaglianza" immaginata e sancita dalla Costituzione.

Ma torniamo a noi: tu ed io, Mac, non siamo uguali e, quindi, non possiamo metterci su un piano di "parità".

Non lo siamo per l' ambiente fisico e culturale diverso in cui siamo stai procreati, allevati e cresciuti, non lo siamo per il tipo di scuola media superiore che abbiamo frequentato, non lo siamo perchè abbiamo vissuto infanzia, adolescenza e prima giovinezza in due epoche storiche COMPLETAMENTE differenti, non lo siamo perchè - al di là dei classici - non abbiamo letto gli stessi libri, non abbiamo visto gli stessi film, non abbiamo avuto gli stessi insegnanti (i miei erano presessantottini, i tuoi sessantottini, come dire: appartenenti a due "ere geologiche" differenti). Non lo siamo perchè io sono cresciuto nell' era della DC di Fanfani, del PCI di Togliatti e dell' MSI di Almirante, e tu in quella di Casini, di Veltroni e di Fini !!! Come dire, io nell' era dei giganti e tu in quella dei nani. Non lo siamo perchè io sono vissuto, già adulto e vaccinato, in quella delle bombe che facevano stragi e in quella del terrorismo, quando andavi dal barbiere e chiedevi: "Chi hanno ammazzato o rapito oggi?", come se chiedessi chi aveva vinto il derby. E a volte ti sentivi rispondere, come è capitato A ME: " L' ing. X, della Montedison, poveretto, abitava nel Condominio dietro a questo".

Tu, invece, sei vissuto e vivi in quella in cui ci si interroga sull' ultima barzelletta sessista di Berlusconi! Non siamo uguali perchè io ho fatto il precario VOLONTARIAMENTE, lasciando Roma e la famiglia, e approdando a Milano prima e a Torino poi senza avere nè arte nè parte, pranzando e cenando con un toast, ma rifiutando, come indigesta, la sola idea del posto fisso e dell' omologazione in una grande azienda. Ho lavorato in nero - VOLONTARIAMENTE - per qualche anno, ma anche quando sono stato assunto regolarmente, mi sono sempre considerato un precario, perchè cambiavo lavoro e città con la stessa disinvoltura e frequenza con cui cambiavo l' automobile e questo anche quando mi sono sposato e ho procreato! Ti lascio immaginare, con questo curriculum, quanto io mi possa intenerire per il tuo precariato e quanto poco ci assomigliamo!

Potrei continuare a lungo ma concludo: tu ed io, Mac, non siamo uguali - oggettivamente - in NIENTE e quindi la tua pretesa di essere "alla pari", è una idea del tutto infondata, del tutto velleitaria, del tutto ideologica, in una parola una solenne stronzata che ti perdono soltanto per la tua giovane età ed in memoria delle tante stronzate fatte e pensate da me, quando avevo la tua.

Sentirsi dare di continuo dell'ignorante su cose che uno ha studiato sia per l'Università che per cultura personale e poi anche dell'ignorante su come sta la gente, quando proviene da uno dei più poveri quartieri siciliani e vive precario a Milano (dopo aver girato altre due città) facendo quadrare il suo stipendio, mentre tu riesci a dispensare al tempo stesso saggezza academica e popolare a noi poveri mortali... io non ci sto. Se riusciamo, come a volte siam riusciti, a far un dialogo e non un monologo in cui dici all'altro di mettersi a studiare, allora ci sto. Se vuoi fare monologhi e provocare di continuo, liberissimo di farlo in casa tua, è il tuo blog, ma io son altrettanto libero di non tornare, anche se mi dispiace davvero. Ciao

Mi pare di avere già risposto, qui sopra, anche a questo tuo ultimo paragrafo. Quindi ora tocca a te decidere se accettare, o meno, la puntualizzazione che ti ho fatto sulle nostre rispettive posizioni, cioè sulla nostra oggettiva "disuguaglianza". Se le accetti, d' ora in poi considererai le mie posizioni, politiche e non, con rispetto anche e soprattutto se non le condividi ed io continuerò come sempre: ti indicherò con rispetto (formale) ma senza fartene passare una, le tue esternazioni prive di riscontro nella realtà storica del nostro paese e discuterò con rispetto (sostanziale ed autentico) le tue personali opinioni su fatti che siano "concreti", cioè su fatti oggettivi e non propagandistici.

Fammi sapere la tua decisione. Ciao

Davide Andriolo ha detto...

Ti provo a spiegare meglio come sia andata, ammetto e mi scuso di non averlo fatto per bene ieri.
Ho postato tre commenti di seguito, che eran un po' l'uno la prosecuzione dell'altro, per questo ne ho parlato come parte di un commento.
L'ultimo è comparso subito, al che ho pensato: vuoi vedere che son scomparsi per motivi tecnici gli altri due?
Poi uno di quei due e ricomparso, e lì ammetto di aver fatto una deduzione sbagliata, non pensando che anche solo uno dei due rimanenti poteva esser scomparso per motivi tecnici.
Se così non è ti ripeto che me ne scuso, non ho preso in considerazione questa opzione, ma credo alla tua sincerità altrimenti non sarei qui a parlarti.
Sull'uguaglianza, caro paraffo, non è neanche di sinistra credere che i tre principi della rivoluzione francese siano alla base di una società moderna, e che non ci possa esser l'uno senza l'altro senza creare squilibri.
La differenza è sul modo di intendere quell'uguaglianza: è ovvio che non sia un valore se uno la intende in senso antimeritocratico o dimenticando differenze culturali, sociali, etc.
La sinistra ha fatto l'errore di considerarla per decenni in questo senso, e ha contribuito a creare confusione.
Ma il valore dell'uguaglianza in una rivoluzione borghese come quella francese era tutt'altro. Parità di condizioni di partenza e dare a tutti la possibilità di arrivare se si dimostra il merito, e questo spero sia un valore condiviso, anche se una infelice battuta di Berlusconi sul fatto che il figlio dell'operaio non deve esser messo sullo stesso piano del figlio di un imprenditore ci riporta indietro a una società di tipo aristocratico in cui le opportunità si distribuiscono per eredità e non per merito.
Ma il punto è ancora diverso, qui, paraffo, ed è questione di rispetto verso l'interlocutore. Se accetti di discutere con una persona accetti le sue posizioni, le puoi anche criticare se non le condividi, puoi anche criticare le sue basi storiche e i suoi dati, portandogliene altrettanti validi.
Ma non metti in discussione quanto sa l'altra persona, dandole continuamente dell'ignorante sia sulla storia che sulla realtà, perché c'è un filo di differenza fra il criticare le opinioni di una persona e criticare la persona in sé, ed è quel filo il limite da non oltrepassare, a mio avviso.
Se tu ti diverti a gongolarti di ciò che sai e a dare dell'ignorante all'altro e insultare sul piano personale, io non ci sto.
Se si torna al sano, anche acceso, confronto di opinioni, allora è proprio quello che cercavo, e non è che devi essermi grato per questo, perché anzi credo che il confronto serva a crescere soprattutto a me, se tu me ne dai l'opportunità.
Si paraffo, io e te non siamo uguali, ma proprio per questo per discutere dobbiamo metterci su un piano di "parità", per evitare che diventi un discorso sterile.
Non lo siamo perché ognuno ha storie culturali differenti, ma non per questo la mia è necessariamente meno valida della tua. Mi spiace doverla mettere sul piano personale, ma son cresciuto con un nonno insegnante presessantottino e che è rimasto fascista fino alla morte, ma nonostante le idee differenti non ho mai avuto con lui nessun diverbio, e anzi è stato lui a insegnarmi molti dei miei valori. Ho vissuto in un periodo in cui gli anni di piombo erano ormai finiti, ma in una terra in piena guerra di mafia prima e di guerra della mafia contro lo stato poi.
Ho visto la gente morta ammazzata. Ho visto negozi e macchine bruciate. Ho visto amici d'infanzia crescere male e stare in galera a 20anni. Ho frequentato il liceo in una classe sperimentale che di lassismo postsessantottino aveva ben poco, 6 ore al giorno di lezione e numero di studenti che si è ridotto dai 31 di partenza ai 18 arrivati al diploma, e gli altri non erano affatto stupidi, in altre classi e scuole si son diplomati con voti alti con meno fatica, ma da noi si lavorava duro. Sono entrato all'Università a Siena passando come quinto in un test in cui 1000 persone si presentarono per 150 posti, e ho sempre difeso questo filtro d'ingresso come garanzia di una migliore qualità di insegnamento. Ho lavorato e anche in nero pure io, facendo veramente di tutto, compreso il traslocatore, e credo che portar su una lavatrice per 4 piani senza ascensore senza un minimo di sicurezza sul lavoro o di garanzie assicurative ti insegni sulla vita molto più di un mese di università. Mi son laureato col massimo dei voti (dopo un anno di Erasmus in Irlanda che mi ha permesso di aprire la mia mente a una mentalità europea) e trasferito a Torino per la specialistica e qui ho iniziato a far lavori più vicini a quello che faccio ora, ma in totale flessibilità di orari con nottate intere passate in bianco per arrivare in tempo con le consegne. E poi vai, cambio ancora di città, Milano, ancora precario e non è una scelta mia, ma va bene così. E sapere da persone che stavano ai piani alti dell'azienda in cui lavoro e che ora lavorano in proprio come viene distribuita la torta dei profitti qui dentro, con una gran fetta data alla moglie dell'AD con un ruolo inventato mentre altre persone (non dico neanche io, ma ce ne son tante di validissime) meriterebbero di più e infatti vanno via a grappoli...non aiuta a credere che questo sia un capitalismo sano.
Ma non è questo il punto, adesso, il punto era sulla disuguaglianza. Ovvio che siamo diversi, ripeto, ma se vuoi discutere non puoi giudicare il diverso come inferiore. Né puoi giudicare come un handicap la minore età, perché se da parte tua ci sta ovviamente l'esperienza dalla mia pende tutto un background di conoscenze ad esempio sull'innovazione tecnologica (e non solo tecnologica), campo dei miei studi e del mio lavoro, che ovvio stia più dalla parte di un giovane (a livello lavorativo oggi la chiamano "freshness), e a me sembra un punto di partenza fondamentale se si vuole discutere di come modernizzare questo paese. Ma è proprio questo che mi piacerebbe fare con te, unire esperienza e coscienza della modernità e trovare punti in comune su cosa potrebbe essere questo paese. Confrontarmi e crescere col tuo punto di vista ben diverso dal mio, e possibilmente senza dovermi fare carico di colpe (presunte e non) di una sinistra di cui non ho mai fatto parte.
Sottoscrivo la tua frase con una precisazione tra parentesi e togliendo una parentesi tua, per riassume il discorso qui fatto. Così, ci sto, ovviamente se ci stai anche tu. Altrimenti non essendo una priorità nella mia vita, questa, anche se una buona opportunità, vedrò di cercarne altre:

"Quindi ora tocca a te decidere se accettare, o meno, la puntualizzazione che ti ho fatto sulle nostre rispettive posizioni, cioè sulla nostra oggettiva "disuguaglianza" (diversità che è una risorsa, base della discussione e della crescita di ognuno... e non ci pone in un ottica di migliore-peggiore o maestro-allievo, ma di due persone quali siamo che si confrontano con idee e storie diffenti nel rispetto reciproco e provando a prendere quanto di buono ci sia un ognuna). Se le accetti, d' ora in poi considererai le mie posizioni, politiche e non, con rispetto anche e soprattutto se non le condividi ed io continuerò come sempre: ti indicherò con rispetto ma senza fartene passare una, le tue esternazioni prive di riscontro nella realtà storica del nostro paese e discuterò con rispetto (sostanziale ed autentico) le tue personali opinioni su fatti che siano "concreti", cioè su fatti oggettivi e non propagandistici.

*paraffo* ha detto...

Ma il punto è ancora diverso, qui, paraffo, ed è questione di rispetto verso l'interlocutore. Se accetti di discutere con una persona accetti le sue posizioni, le puoi anche criticare se non le condividi, puoi anche criticare le sue basi storiche e i suoi dati, portandogliene altrettanti validi.
Ma non metti in discussione quanto sa l'altra persona, dandole continuamente dell'ignorante sia sulla storia che sulla realtà, perché c'è un filo di differenza fra il criticare le opinioni di una persona e criticare la persona in sé, ed è quel filo il limite da non oltrepassare, a mio avviso.


Giusto: c'è differenza fra criticare le opinioni e criticare la persona! Ma che c' azzecca, nel mio caso? Dare dell' ignorante ad una persona non è una critica (e tampoco un insulto), è solo una constatazione che deriva dal fatto che l' altro IGNORA una cosa che l' altro sa. Se tu ignori la toponomastica della mia città e pretendi di insegnarmi come si fa a raggiungere il centro, partendo dalla periferia, ed io ti do dell' ignorante presuntuoso e tu ti offendi, è un problema tuo, nel senso che una persona "normale" non si sente offeso se non sa qualcosa.

Tu Mac, da quello che mi racconti della tua biografia, sai un miliardo di cose che io ignoro e se tu mi dessi dell' ignorante IO NON MI OFFENDEREI! Diverso sarebbe il caso in cui io "credessi" di sapere cose che in realtà non conosco e pretendessi di discuterne, come se fosse possibile discutere di qualcosa che non si sa. In questo caso - però - non sarebbe un problema di ignoranza ma di stupidità e, quindi, se tu mi dessi dello stupido, avresti ragione da vendere.

Detto questo, veniamo ad un caso concreto e recente: se tu mi dici, come mi hai detto, che la leva, in Italia, è stata abolita per merito degli obiettori di coscienza, dimostri di "ignorare" quale sia la vera motivazione. Se io ti do dell' ignorante, per questo, non intendo offenderti e tu non devi sentirti offeso. Semplicemente, non sai come stanno le cose. Punto!

Oltretutto, io non mi sono limitato a dirti quale era il motivo vero dell' abolizione della leva, ma mi sono sbattuto a spiegarti quale poteva essere la ragione della sciocchezza che avevi detto e l' ho attribuita non alla tua ignoranza, ma alla tua ideologia, assolvendo così la tua persona, cioè non mettendo in discussione la tua intelligenza!

Io detesto le ideologie proprio perchè offuscano l' intelligenza di chi vi si abbandona.

Tu mi dimostri 50 volte al giorno che sei una persona intelligente ma, altre 50 volte, che ti lasci accecare dalla ideologia, come nel caso, appunto della leva militare. L' ideologia è quella "cosa" per la quale si cercano spiegazioni insensate ad accadimenti sensati. Immaginare che un esercito (quello di leva) sia stato disciolto perchè quattro gatti di obiettori di coscienza hanno sopportato il martirio della galera e perchè chi ce li aveva messi si è commosso, è un esempio tipico di stupidità ideologica, come quella, per esempio di sostenere che l' esercito di invasione tedesco sia stato messo in fuga dall' Italia e dalla Francia dalla lotta partigiana dei rispettivi paesi, invece che dagli eserciti alleati! Sbarco in Sicilia, sbarco ad Anzio, sbarco in Normandia? Sciocchezze! E' stato il compagno Pertini a liberarci dall' invasore!

Tu te la sei risparmiata, grazie alla tua età, questa solfa della lotta partigiana, ma io mi sono dovuto sorbire questa baggianata, con tutta la retorica stucchevole che comportava, fino a 15 anni fa, cioè per quasi 50 anni!!!!! E ancora non mi sono ripreso, nel senso che ancora mi girano i coglioni .... e tu ne fai le spese! (Rido).

Morale: la tua tesi che io offenda te, come persona, quando dimostri di essere ignorante su certe cose o quando ti dimostri accecato dalla ideologia, non sta nè in cielo nè in terra. Tu avrai il diritto di offenderti solo quando io avessi a sostenere che chi ignora certe cose o chi abbraccia una ideologia sia un imbecille. Ma questo non accadrà mai per una ragione semplicissima: perchè non lo penso! E se mai mi venisse un dubbio, saresti proprio tu a fugarlo, nel senso che io SO per certo che tu sei una persona intelligente a cui capita, come capita anche a me e a tutte le persone intelligenti, di dire cazzate!

L' importante è solo rendersene conto e accettare di buon grado di essere aiutati a farlo. Per accettare questo aiuto, però, non bisogna offendersi senza motivo e, soprattutto, bisogna esercitare la modestia, "sapere di non sapere", come sosteneva Socrate 2500 anni fa, a occhi e croce.

A proposito: ti consiglio di non sbandierare troppo la tua cultura, come se fosse una conquista certa e definiva, perchè la persona colta, più cose impara più si rende conto di non sapere un cazzo (sempre Socrate)!

La sinistra ha fatto l'errore di considerarla per decenni in questo senso, e ha contribuito a creare confusione.
Ma il valore dell'uguaglianza in una rivoluzione borghese come quella francese era tutt'altro. Parità di condizioni di partenza e dare a tutti la possibilità di arrivare se si dimostra il merito, e questo spero sia un valore condiviso, anche se una infelice battuta di Berlusconi sul fatto che il figlio dell'operaio non deve esser messo sullo stesso piano del figlio di un imprenditore ci riporta indietro a una società di tipo aristocratico in cui le opportunità si distribuiscono per eredità e non per merito.


Grazie della lezione, Mac: pensa che la differenza fra l' egalitè della rivoluzione francese e quella della rivoluzione marxista mi era sempre sfuggita!
(Sghignazzo).

Non lo siamo perché ognuno ha storie culturali differenti, ma non per questo la mia è necessariamente meno valida della tua. Mi spiace doverla mettere sul piano personale, ma son cresciuto con un nonno insegnante presessantottino e che è rimasto fascista fino alla morte, ma nonostante le idee differenti non ho mai avuto con lui nessun diverbio, e anzi è stato lui a insegnarmi molti dei miei valori.

Be', questo è successo, FORSE, perchè non ti sei mai messo su un piano di parità con lui! E, francamente, non capisco perchè tu voglia farlo con me che potrei benissimo, per età, essere tuo nonno! Ti ricordo, però, che io fascista non sono .... E qui mi verrebbe da "informarti" che fra fascisti (costola dei socialisti) e comunisti la differenza è lieve quanto una piuma d' oca: sempre di ideologie si tratta! ... Spero che questa osservazione non ti abbia offeso (!!!!).

Ho vissuto in un periodo in cui gli anni di piombo erano ormai finiti, ma in una terra in piena guerra di mafia prima e di guerra della mafia contro lo stato poi.
Ho visto la gente morta ammazzata. Ho visto negozi e macchine bruciate. Ho visto amici d'infanzia crescere male e stare in galera a 20anni.


Be', non è la stessa cosa, Mac. Non faccio classifiche di "orribilità" dei due fenomeni (terrorismo e mafia), ma sono cose diverse. Il terrorismo sconvolge le coscienze politiche, la mafia le coscienze tout court ... Per debellare il terrorismo non bastano le forze di repressione (i fiancheggiatori ideologici delle Br insegnano ancora oggi nelle Università e scrivono sui giornali borghesi), per debellare la Mafia, invece, basterebbero ... se ci fosse la volontà politica di farlo, checchè ne dicano i sociologi (almeno quelli di sinistra)!

Né puoi giudicare come un handicap la minore età, perché se da parte tua ci sta ovviamente l'esperienza dalla mia pende tutto un background di conoscenze ad esempio sull'innovazione tecnologica (e non solo tecnologica), campo dei miei studi e del mio lavoro, che ovvio stia più dalla parte di un giovane (a livello lavorativo oggi la chiamano "freshness), e a me sembra un punto di partenza fondamentale se si vuole discutere di come modernizzare questo paese

Non sono d' accordo, Mac! Anzi, sono in totale e profondo disaccordo. Senza una seria cultura umanistica alla base, la tecnologia non ammoderna nulla, della serie: un ignorante con il telefonino satellitare in mano, rimane un ignorante! E siccome siamo in democrazia, quell' ignorante va a votare e manda in Parlamento gente che gli assomiglia e quella gente non può modernizzare una mazza ... come dimostra lo stato pietoso in cui versano le istituzioni di questo paese anche se bazzica nel mondo modernizzato da decenni .....

Confrontarmi e crescere col tuo punto di vista ben diverso dal mio, e possibilmente senza dovermi fare carico di colpe (presunte e non) di una sinistra di cui non ho mai fatto parte..

Cazzo, Mac, vuoi cominciare proprio adesso a farne parte?!!!! Tu mi stai facendo "uscire matto", Mac, cazzoestracazzo e stracazzo ancora!

Questa tua uscita apre scenari completamente nuovi ... Devo ragionarci su ...... Intanto, mi balza alla mente l' ipotesi che tu ti sia avvicinato al PD o perchè hai "brutte" frequentazioni oppure perchè detesti Berlusconi o, più probabilmente, per entrambe le ragioni. Vabbè, sospendo il giudizio, per ora! Ne riparleremo, se vorrai e se mi fornirai ulteriori elementi biografici.

Sulla tua chiusa (che è anche la mia) sono ovviamente d' accordo.

Ciao, amico, alla prossima!

PS. Dimenticavo di farti i complimenti per il tuo corsus honorum scolastico e universitario. Come ti ho spiegato in questo post, non mi impressiona da un punto di vista culturale, ma mi colpisce per la tua evidente determinazione e intelligenza. Il tuo precariato non durerà a lungo .... a meno che a Berlusconi venga un coccolone, il PdL si sciolga e arrivino al governo Veltroni e compagni. Nel qual caso ti toccherà emigrare, per mettere a frutto la tua ottima preparazione ....

Ma davvero credi alle profferte meritocratiche del PD?!

Davide Andriolo ha detto...

Provo a sdrammatizzare la questione ignorante con la vecchia battuta di Aldo, Giovanni e Giacomo:
-Lei è un ignorante!
-Come si permette di insultarmi?
-Non la sto insultando, lei è ignorante nel senso che ignora...
-E lei è imbecille nel senso che imbelle!

Scherzi a parte, paraffo, in italiano c'è una grossa differenza semantica fra il dire a qualcuno che non sa qualcosa (fatto tra l'altro discutibile, perché quel tuo modo di conoscere la storia lo conosco, ma non lo condivido, credendo che la verità storica sia da un'altra parte) e dargli dell'ignorante.

Nel caso concreto, sulla leva, però, ho ovviamente semplificato. Alla stessa maniera neanche Ghandi da solo ha ottenuto l'indipendenza dell'India, che è stata frutto anche di flussi economici più grandi.
L'importanza di quei segnali di lotta pacifica, però, c'è, e ha contribuito dal basso a modificare la modalità di pensiero prima nella popolazione e poi nei governi, accelerando dei processi o direzionandoli in un senso piuttosto che in un altro, anche per evidenti questioni di opinione pubblica.

Stesso discorso la resistenza, e ancor più l'unità d'Italia. L'appoggio popolare è fondamentale. Non sono stati i mille garibaldini a lottare romanticamente contro forze più grandi, così come non avrebbero potuto gli americani liberare l'Italia nel modo in cui l'hanno fatto, senza il supporto logistico e di sentimento popolare della Mafia in Sicilia (!) e della Resistenza nel nord del paese.
Senza questo appoggio popolare potevamo fare la fine del giappone nel peggiore dei casi con una bomba atomica lanciata sopra, o nel migliore quello di una germania che di certo è uscita dal conflitto peggio di noi.

Sulla cultura e la mia storia personale, invece, ti ho detto che ricorrevo dolorosamente a parlare di me perché è proprio una cosa che non mi piace fare, ma dato che mi sentivo "giudicato" volevo avessi un quadro più completo del tuo interlocutore.
Lo completo con due particolari che sono venuti fuori dalla tua risposta. Il primo sulla mia formazione e sul mio modo di vedere le cose: non sono un tecnologo, ho studiato da umanista, scegliendo poi una strada specialistica e di lavoro di approccio "umano" alla tecnologia, un campo che in Italia è molto poco esplorato ma che mi offre molte soddisfazioni. Il secondo sulla mia storia politica. Son sempre stato di sinistra, paraffo, ma come si può esser di sinistra a 16 anni, incantato dagli slogan e dalla rivoluzione. Poi pian piano ho maturato la mia idea in senso di liberalismo sociale, ma senza sentirmi rappresentato da nessuna forza in Parlamento. Fino alla nascita del PD, che conserva ancora delle contraddizioni ma ha uno spirito e un progetto di paese che coincide perfettamente con la mia sensibilità, che mi ha dato voce, che mi ha permesso di conoscere un gran numero di persone validissime...tanto che per la prima volta nella mia vita (quando sarà stilato il regolamento su come fare, ancora non c'è) credo prenderò la tessera di un partito.

Altre considerazioni veloci:
Sull'uguaglianza, non era ovviamente una lezione, volevo solo condividere con te quell'idea, per parlare della stessa cosa.
Su mio nonno, preferisco non parlare dei rapporti che avevo con lui, ma stai per certo che dal momento in cui ho iniziato a farmi delle idee mie in lui trovavo un confronto alla pari
Su fascisti e comunisti non sono affatto offeso, proprio in queste elezioni sottolineavo come i programmi retrogradi e conservatori accomunassero i due schieramenti, così come due modelli differenti di riformismo sono proposti dal PD e PdL, e per risponderti al tuo chiederti come io possa fidarmi del primo ti dico: 1) fra i due modelli è quello più vicino alla mia sensabilità e al mio modo di vedere le cose; 2) come a te sembra parolaio un Veltroni, che quantomeno una città ha dimostrato di saperla amministrare, a me sembra parolaio un Berlusconi, dato che più volte l'ho visto all'opera al governo.
Sulla mafia... te lo dico da siciliano anche sfiduciato, purtroppo, e non da uomo di sinistra... non si sconfigge con l'esercito: il fascismo ci ha provato, ha ottenuto risultati nel breve periodo, ma non nel lungo. Resta nella coscienza delle persone, è un fattore culturale (di cui purtroppo neanch'io sono del tutto esente, ti dirò) e ha bisogno di soluzioni più complesse. Altrimenti torna, come è tornata a fine guerra appoggiando anche lo sbarco in Sicilia, col benvolere di tutta la popolazione, e piazzando subito i suoi uomini nelle stanze del potere... poltrone da cui non si sono mai alzati (neanche nel breve periodo "di sinistra-centro" della regione, nonostante quasi tutta la tradizione antimafia sia di provenienza PCI)

Spero che abbiam chiarito tutto, ora, e che riusciremo a parlarci come siam riusciti più volte a fare. Mi scuso ancora per quello sfogo, ma è proprio perché ho stima di te che mi sento colpito da certe frecciatine, e mi son sentito "tradito" quando ho creduto stessi ricorrendo alla censura, della quale credo condividi la gravità, condividi che romperebbe il rapporto di fiducia che è alla base di una discussione.
Dato che non si è trattato di questo, "amici" come prima.
Ciao

PS: ti ringrazio dei complimenti, ma non cercavo quelli e nonostante questa preparazione non mi sento affatto arrivato. Ogni giorno mi confronto con persone che ne sanno molto più di me. Proprio oggi per lavoro son stato in videoconferenza con la sede americana di un cliente, e ho scoperto che molte delle idee che volevo "vendergli", loro le avevano già avute. Da una parte m'ha fatto pensare di esser sulla strada giusta ma dall'altra è stata l'ennesima conferma di non esser affatto "arrivato".
E, Berlusconi o no, temo che il mio precariato non migliorerà, il settore in cui lavoro è molto particolare, ne son cosciente. Ma mi piace, e mi piace sapere di esser fra i pochi in Italia a fare questo lavoro, mi piace molto più avere le soddisfazioni e la crescita che posso aver qui, rispetto a andar altrove e esser pagato magari di più ma magari, come ho fatto in altri lavori precedenti, dovermi occupare più della tecnologia che del suo lato umano.
E mi piace questo paese, nonostante tutto, gli do speranza e non lo cambierei per nulla al mondo.

*paraffo* ha detto...

Scherzi a parte, paraffo, in italiano c'è una grossa differenza semantica fra il dire a qualcuno che non sa qualcosa (fatto tra l'altro discutibile, perché quel tuo modo di conoscere la storia lo conosco, ma non lo condivido, credendo che la verità storica sia da un'altra parte) e dargli dell'ignorante.

Giusto, giustissimo! Quanto dici, però, mi ha fatto venire in mente, con un ritardo dovuto all' arteriosclerosi che sta dando i primi segnali, che ionon ti ho mai dato dell' ignorante! Mentre ti ho detto mille volte che non sai le cose, proprio come indichi tu che sia lecito!!!

Ho riletto tutti i miei commenti di questa pagina, per esserne certo. Non ho letto "tutti" i miei commenti nelle altre pagine perchè sono troppi grazie alla sfrenata grafomania di entrambi noi!!!!

Comunque sono pressocchè certo che la faccenda dell' epiteto "ignorante" che ti avrei lanciato te la sei inventata tu, nel senso che è stata una tua gratuita deduzione, mio "pessimo" amico !!

Vabbè, chiudiamo 'sto discorso, anche se mi farebbe piacere che tu mi confermassi questa circostanza.

Ghandi. Di Ghandi, quando ero radicale, mi sono interessato assai e sapevo molto di lui e della sua vita politica e privata. Il che mi porta a contestarti il paragone, nel senso che è del tutto sproporzionato. Sarebbe come paragonare l' aggressività di un micetto a quella di una tigre incazzata ... Certo, il principio è quello, ma le conseguenze no.

Tu, Mac, non hai affatto "semplificato" come mi dici con amorevole auto-indulgenza, hai solo detto una sciocchezza. Capita a tutti. Ammetterlo ti farebbe solo onore, oltre ad aumentare la mia stima per te (ammesso e non concesso che tu ci tenga).

Stesso discorso la resistenza, e ancor più l'unità d'Italia. L'appoggio popolare è fondamentale. Non sono stati i mille garibaldini a lottare romanticamente contro forze più grandi, così come non avrebbero potuto gli americani liberare l'Italia nel modo in cui l'hanno fatto, senza il supporto logistico e di sentimento popolare della Mafia in Sicilia (!) e della Resistenza nel nord del paese.
Senza questo appoggio popolare potevamo fare la fine del giappone nel peggiore dei casi con una bomba atomica lanciata sopra, o nel migliore quello di una germania che di certo è uscita dal conflitto peggio di noi.


Qui mi tocca, ancora una volta, tacciarti di interpretazione ideologica della storia. Sopravvalutare l' apporto popolare nella storia delle nazioni è uno dei mille vizi della sinistra. Il popolo non ha mai determinato una mazza, caro Mac, in nessun continente e in nessuna epoca storica (figuriamoci poi in Italia, dove il popolo continua a non determinare nulla, nemmeno in democrazia, dove ha lo strumento del voto. A parte le solite eccezioni che confermano la regola, cioè divorzio e aborto, tutti i referendum popolari sono stati puntualmente disattesi da chi detiene il potere. Per non parlare delle elezioni politiche che determinano governi che poi vengono cambiati dal Parlamento grazie alle iniziative di un magistrato qualsiasi o da una faida interna).

Il popolo non determina nulla, segue soltanto .... e non sono un pugno di persone, partigiani o altro, che inficia questo dato di fatto.

Quanto all'importanza dell' appoggio popolare nelle guerre di invasione (di cui favoleggi tu) quand' anche esista, è limitato ai soli quattro gatti con le palle, alle solite eccezioni che confermano la regola e non ha perciò nessuna valenza determinante.

Ma siccome la sinistra è maestra nel creare miti (solita scuola delle Frattocchie) una eroica famiglia come quella dei fratelli Cervi diventa un popolo intero in lotta contro l' invasore nazista!!

Qui ci starebbe bene la famosa invettiva di Grillo, caro Mac. indirizzata ai moltiplicatori di pani e pesci della sinistra.

Quanto ai Mille in terra di Sicilia, mi risulta che abbiano ottenuto aiuto fucilando un bel po' di popolani siciliani .... o ricordo male?

Giappone: la bomba è arrivata non perchè il popolo non si è ribellato all' Imperatore, ma perchè Truman aveva fretta (giustamente) di finire la guerra in modo "facile" e rapido e perchè - SOPRATTUTTO - il Giappone non era in Europa, cioè nella patria di origine di tutti gli americani di recente e meno recente e addirittura storica cittadinanza: inglesi, irlandesi, tedeschi, scandinavi, italiani ecc ecc., quindi, il governo usa non avrebbe potuto usare la bomba neanche se avesse voluto!

Son sempre stato di sinistra, paraffo, ma come si può esser di sinistra a 16 anni, incantato dagli slogan e dalla rivoluzione. Poi pian piano ho maturato la mia idea in senso di liberalismo sociale, ma senza sentirmi rappresentato da nessuna forza in Parlamento. Fino alla nascita del PD, che conserva ancora delle contraddizioni ma ha uno spirito e un progetto di paese che coincide perfettamente con la mia sensibilità, che mi ha dato voce ....

Insomma, se non ho capito male, tu non credi nel PD come somma di DS+Margherita, ma nel PD che ha incoronato Veltroni. Cioè credi nella svolta liberale di un partito erede di due partiti illiberali e la cui ossatura è formata dagli uomini di sempre, D' Alema, Fassino (che continua ad andare in Tv, ieri a 8 e 1/2, a rappresentare il "nuovo" PD) Marini, Castagnetti, Rutelli ecc ecc ecc.

Vabbè, Mac, se tu credi ai miracoli, non ho argomentazioni che tengano. Di fronte alla Fede, la Ragione nulla può ....

Berlusconi e Veltroni. Il secondo ha governato egregiamente Roma ed il primo pessimamente l' Italia.

Questi sono due dogmi, Mac e di fronte ai dogmi io mi ritiro, impotente, perchè non ho elementi per giudicare il sindaco Veltroni e neanche ho voglia di documentarmi, in verità, tanto più che per i prossimi 20 anni il problema delle capacità di governo di Walter non si porrà neppure ...

Qunto alle capacità di Berlusconi, non potrei che ripeterti la sfilza di cose buone e concrete che il suo governo ha fatto e che lui ci ripete puntualmente tutte le volte che può. Se tu non le accetti da lui, figurati se lo farai da me.

Quindi mi risparmio la fatica.

Anche perchè, francamente, a me interessa molto di più quello che farà nei prossimi 5 anni.

Precariato. Insomma, mi pare di capire che il TUO precariato sia pressocchè volontario, Mac! Be', mi fa piacere se è così, se non altro perchè spero che tu possa diventare un filino più obiettivo sul valore della Legge Maroni (Biagi), a proposito di riforme egregie fatte dal governo Berlusconi e grazie alla quale tu puoi oggi, fare un lavoro che ti appassiona!!!

Miodio, Mac, se tu imparassi a tenere i piedi in terra anche quando parli di politica, invece di tenerceli solo quando lavori, ne guadegneresti tu in autostima ed io, che te "devo" sopporta', in salute!

Ciao, amico, alla prossima!

Davide Andriolo ha detto...

Bello aprire una querelle storica.

Ammetto di aver detto una sciocchezza e probabilmente continuo a dirne, ma far paragoni anche semplificati per ridurre la complessità è alla base del mio lavoro, ma in storia rischio di non far una gran figura lavorando in questa maniera.

Sono però contento se anche tu ammetti che il principio-conseguenza sia lo stesso, un paragone non vuole e non deve essere un'uguaglianza.
Di sicuro però ci sono storici che danno molto poco valore alla figura di Ghandi e reputano tutto derivato da processi storico-economici più grandi.

Proprio ieri parlavo con la mia coinquilina, che è una storica di lavoro, e mi faceva notare (relativamente a ben altro argomento) come molte di queste interpretazioni storiche (quella che punta tutto sulle persone e sul popolo e quella che punta tutto sui processi economici e su chi comanda) siano ovviamente incomplete per descrivere una complessità storica che è frutto di molte più variabili.

Sbagliamo entrambi, probabilmente, sia io nel dare troppa importanza al popolo sia tu a dire che non ha mai determinato una mazza.
Diciamo, sperando di non semplificare ancora troppo, che è vero che decide chi comanda, ma che chi comanda è interprete di un sentimento diffuso nella popolazione.

Per tornare ai garibaldini, non avrebbero potuto nulla con le sole fucilazioni, tralasciando poi il fatto che son state fatte più che altro per evitare derive repubblicane nella rivolta.

O sulla resistenza... mi sembra che non siano stati i soli fratelli Cervi a lottare... magari qualcuno nella sua lotta ha dato apporto zero alla vittoria, ma si è fatto espressione di un sentimento che interpretava il nazista come invasore da cacciare, e che ha portato l'Italia a uscire in quel modo dalla guerra piuttosto che in un altro, come è stato quello della Germania o quello (ho esagerato, lo ammetto) del Giappone. Tra l'altro sull'utilizzo della bomba lì c'è anche un'altra scuola di pensiero, che la vede in funzione anti-sovietica. I russi avevano liberato Berlino e contavano milioni di morti al tavolo delle trattative, bisognava anche indirettamente fermare Stalin, e con la bomba è iniziata la guerra fredda.

Tornando al nostro presente, credo anch'io che il PD debba svecchiare, e ha iniziato a farlo. Ovvio che ci siano ancora resistenze interne e vecchi nomi (non per forza tutti da buttare) ma preferisco chi almeno a cambiare ci prova, rispetto a chi a mio avviso non è cambiato affatto. Questi più che dogmi sono opinioni personali, come tue sono le opinioni sul buon governo della destra in quei famosi 5 anni, che personalmente io (con la maggioranza degli italiani in quel caso, ma la memoria è sempre corta) non ho visto.

Ma anche a me interessa più ciò che farà rispetto a ciò che ha fatto, anche perché spero davvero che le sue ambizioni di Quirinale lo porteranno a lasciar sulla via certe cattive compagnie.

Speriamo, per il bene di tutti.

Ciao!

PS: il mio precariato non è volontario in senso stretto. Mi piace il posto dove lavoro così tanto da accettare un posto da precario pur di restarci, ma ovvio che se potessi preferirei qualche sicurezza in più, soprattutto se dovrà mai arrivare il momento di farmi una famiglia. Io ammetto la bontà di alcuni aspetti della legge Maroni (chiamarla col nome di un morto per propaganda preferisco non farlo) ma non tutti, dipende da che dinamiche si vengono a creare, la situazione va regolamentata e tenuta sotto controllo per evitare il
Di certo, però, non devo il mio posto di lavoro ad essa... in tanti con percorso di studi simili al mio son dipendenti veri e propri, dal momento della legge in poi invece iniziamo a esser solo collaboratori a progetto e simili (tra cui peggio di noi stan gli stagisti) e di assunzioni non se ne sono viste più... se c'è la possibilità di non impegnarsi sul lungo periodo, perché prendersi questo rischio?

*paraffo* ha detto...

Tutte le obiezioni che hai fatto al mio commento, caro Mac, stavolta sono fondate e, quindi, hanno - ai miei occhi - dignità di "opinione".

Ed io rispetto SEMPRE le opinioni altrui con la stessa convinzione con cui, invece, disprezzo SEMPRE le stronzate, ove per "stronzata" intendo una ... esternazione priva di fondamento.


A presto, amico Mac.

PS. La tua opinione sul precariato collima perfettamente con la mia.

Le leggi, anche quelle ben fatte e che paiono perfette sulla carta, vanno sempre sottoposte - dopo qualche tempo - al vaglio della realtà.

Anche la legge Maroni, ovviamente, va ritoccata alla luce di quel che di sbagliato può aver determinato la sua applicazione pratica.

Sarà cura del prossimo governo provvedere, mi auguro.