mercoledì 16 aprile 2008

La ciliegina sulla torta





Si sa che l' appetito vien mangiando. L' abboffata che ho già fatto con la strepitosa vittoria del centrodestra, non mi ha impedito di gustare il sorbetto al limone della vittoria del PDL nelle regionali in Friuli, dove scalzare l' ottimo Illy mi era sembrata una mission impossible.

Ci sarebbe posto, nel mio capiente stomaco, anche per una fetta di saint-honorè alla panna? Probabilmente no, ma per la ciliegina della vittoria di Alemanno alla corsa per la carica di sindaco, sì!


La notizia che, a Roma, si sia arrivati al ballottaggio mi ha riempito di sardonica soddisfazione, perchè ora la ciliegina è a portata di... bocca.

Vabbè, l' ingordigia è un brutto vizio, lo so, però .....

5 commenti:

Davide Andriolo ha detto...

Una semplice domanda, premettendo che non conosco la situazione in quella regione se non per sentito dire: che giudizio hai dell'operato di Illy? Se il tuo "ottimo" non era ironico, perché sostituirlo?

*paraffo* ha detto...

Non era affatto ironico, tanto più che Illy è, culturalmente, uno di noi, e non era affatto un politico. A suo tempo si è presentato col centrosinistra perchè i nostri politici locali (lega in testa)non lo volevano candidare (ambizioni personali)

E neppure è una creatura di Confindustria come Calearo e Colaninno. Pur essendo anche lui il figlio del fondatore dell' Azienda era ed è un ottimo imprenditore lui stesso.

Mi chiedi perchè è stato abbandonato dall' elettorato, pur essendo un bravo e apprezzato amministratore. Semplice: perchè, grazie al Governo Prodi, la repulsione per il centrosinistra ha travolto anche lui!

Questa è una terra di lavoratori accaniti e di migliaia di operai diventati imprenditori: col centrosinistra non ci azzeccavano proprio. Votavano per Illy, non per il suo schieramento, ma stavolta , ripeto, il disgusto per i partiti che lo sostenevano è stato troppo profondo.

Io non credevo che sarebbe andata così, ma così è andata, caro Mac ..

Davide Andriolo ha detto...

Per una volta allora concordiamo perfettamente nell'analisi. Anch'io non apprezzo i Calearo e i Colaninno e apprezzo un Illy che è stato punito per errori commessi da altri.
E poi ti aggiungo: apprezzo Soru, che ha saputo darsi da fare. Apprezzo Veltroni, per come ha amministrato Roma. Apprezo Chiamparino, che ha trasformato la città di Torino facendola riemergere da una crisi. Questa (insieme a altre persone che non ti cito perché lavorano dietro le quinte, ancora) è la sinistra capace che spero si affermi dentro il partito e ti dirò, son quasi contento che abbiam perso, perché sarà più facile rifondare sulla base di questi esempi vincenti. E non è essere uguali alla destra, questo, perché le differenze per fortuna ci sono ancora.
Ma avere una destra e una sinistra serie in Italia può far solo bene al paese

*paraffo* ha detto...

Probabilmente non mi sono spiegato bene, Mac!

Illy non ha nulla in comune con Veltroni, Chiamparino e, tantomeno, Soru che ha imperversato con le tasse, in Sardegna, ancora più di quanto abbia fatto il tuo Walter a Roma.

Illy è CULTURALMENTE un liberale, mentre gli altri non lo sono e non lo diventeranno mai. Potranno fare politiche liberali, certo, ma mai liberiste perchè lo statalismo e il "tassa di più e spendi di più" è nel loro DNA.

Te lo ripeto, Mac: io apprezzo le tue buone intenzioni e guardo con paterna bonomia alle tue entusiastiche speranze di fare del PD un partito moderno, ma quando mi accorgo che tu, elogiando Veltroni, dimostri di non vedere la differenza "antropologica" fra lui ed un Illy, mi rendo conto che non basterà neppure la tua generazione a cambiare la sinistra italiana.

Della serie: se un ragazzo intelligente e onesto di 25 anni, quale tu sei, non riesce a vedere qual'è il virus che infetta fin dalla culla (1861) questo nostro paese, potrà mettere a punto mille cure diverse, ma mai quella giusta.

Come dice lo slogan? Se lo conosci, lo eviti! Ebbene, amico Mac, io credo che tu NON lo conosca(questo virus)

Ma credo, per la stima che nutro per la tua intelligenza, che tu non VOGLIA conoscerlo, nel senso che guardare alla realtà comporta, purtroppo, il crollo dei sogni e se c'è una cosa a cui la nostra psiche resiste forsennatamente è la rinuncia ai sogni.

Davide Andriolo ha detto...

Caro paraffo, la mia era ovviamente una provocazione, e ti chiederei i smetterla con questo paternalismo dell'inesperienza, perché non sei l'unico a aver studiato. Se vuoi confrontarti alla pari ci sto, e mi piace perché posso mettere in discussione quello in cui credo, ma se devi fare da maestro non ci sto.
A me sembra che sia tu a aver davanti il paraocchi dell'ideologia, se non riconosci il buon lavoro fatto in Sardegna da un Soru (che con le tasse sulla Costa Smeralda ha rilanciato il turismo anche nelle zone rurali prima dimenticate), da un Chiamparino (e fattelo dire da chi ci ha vissuto durante la trasformazione della città, non a caso è stato riconfermato con percentuali bulgare), da un Veltroni (che ha reso Roma la città con maggiore crescita nel Paese, guadagnandosi anche prestigiosi riconoscimenti internazionali). Partiamo anche da un presupposto diverso: io non voglio un PD liberista, ma un PD democratico. Dobbiamo essere diversi. Non potresti mai chiedere al New Labour, al PSOE, ma neanche ai democratici americani di essere liberisti. Dai tempi della crisi del '29 si è imparato, nel mondo, che il libero mercato da solo non basta. L'hanno imparato anche a destra, per fortuna.
Io sono fermamente convinto che allo sviluppo vadano accompagnate misure di equità sociale e queste misure (garantire servizi pubblici per settori chiave come scuola e sanità, ad esempio, o evitare le situazioni di degrado e povertà in una società mediamente ricca come la nostra) costano, e per finanziarle servono tasse. Poi ovvio, l'utilizzo di questi soldi pubblici va razionalizzato e vanno evitati gli sprechi di cui la nostra nazione è piena, ma questo non è un problema solo della politica ma culturale, perché gran parte del paese vive di impieghi pubblici e non ottimizza il suo lavoro perché sa che non ci sono i controlli che avverrebbero invece in qualunque impresa.