mercoledì 17 dicembre 2008

Di Pietro? Il nostro cavallo di Troia!

Appena qualche mese fa avrei "goduto come un riccio" assistendo ai telegiornali di ieri che raccontavano la cocente sconfitta elettorale del PD, in Abruzzo, seguita dalla notizia dagli arresti, per corruzione, di insigni amministratori locali dello stesso partito, alla faccia della superiorità morale di chi amministra la cosa pubblica da sinistra.

Ora non più. Non arrivo ad addolorarmi, ma certo non godo. 

Rimango indifferente, come mi capita quando sento dell' ennesima morte sul luogo di lavoro o sulla strada, il sabato notte.

L' indifferenza è dovuta al fatto che l' essere umano, si abitua a tutto. 

Basta che un avvenimento si ripeta spesso o, addirittura, troppo spesso, perchè l' uomo smetta di stupirsi e di indignarsi.

Alle sconfitte del PD, dunque, mi sono ormai abituato. Ancora di più al malaffare dei politici ANCHE  di sinistra che do per scontato da sempre, ancora prima di tangentopoli.

Invece c'è stata, nella giornata di ieri, una notizia che mi ha colpito molto: quella secondo la quale il sindaco di Pescara, inquisito, avrebbe concordato con la Procura il suo arresto subito DOPO le elezioni.

Questa notizia fa a pezzi la tesi che la magistratura non possa rispettare i tempi della politica senza mancare ai suoi doveri, con buona pace di tutti i forcaioli nostrani.

Ultima annotazione: Di Pietro, malgrado il suo candidato sia stato sconfitto clamorosamente, esulta e, lui sì, "gode come un riccio" - pubblicamente - perchè ha strappato al PD una notevole percentuale di voti.

Io credo, amici miei di centrodestra, che dovremmo cominciare a considerare Di Pietro un nostro alleato!!! Un cavallo di troia annidiato nella città nemica, uno che, inseguendo soltanto il suo tornaconto personale, in realtà sta lavorando per noi.

Ci sta aiutando a seppellire per sempre gli ultimi epigoni del vecchio PC.

Dunque, lunga vita a un Di Pietro che è, e resta, un personaggio detestabile ma che si sta rivelando assai utile alla nostra parte politica, nella migliore tradizione italica, nella quale il personaggio del "vil traditore" è sempre stato centrale.

Ah, dimenticavo! Una notizia mi ha davvero rallegrato, ieri: 

l' UDC ha "tenuto"! Ha conservato - nientepopàdimeno - la stessa percentuale di voti delle ultime politiche!

Questo fatto allontana (almeno per un po') il pericolo che Casini, Buttiglione & Compagni tornino nel centro-destra dove di democristiani ce ne sono già fin troppi ...

Come ha trionfalmente detto il segretario Cesa: queste elezioni hanno dimostrato che l' Italia ha bisogno di un centro!

Ecco, bravo Cesa, rimanete al centro e nun ve movete da lì ... me raccomanno!

La Patria ve ne sarà grata ....

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15 commenti:

Nico ha detto...

;-) Concordo, anche se secondo me bisogna salvaguardare il Veltroni, fondiamo il WVF World Veltroni Found?

Lightswarrior ha detto...

Come sarebbe a dire "arrestarlo dopo le votazioni"? E se vince? Che fanno, tornano subito alle urne il giorno dopo? O fa il sindaco dal carcere?

Riguardo a Di Pietro: ok, toglie voti al PD, ma mica li ha dati alla CDL; ci sarà solo una minoranza più sfaccettata.

*paraffo* ha detto...

Ti è sfuggita una mia considerazione dei giorni scorsi, caro Nico: Veltroni sta castrando l' opposizione tutta!

Compresa quella di quel furbone di Di Pietro che gongola per la crescita del suo partitello (fiumi di denaro pubblico in più nelle sue casse che però pare lui consideri personali) ma lo condanna all' opposizione perpetua.

Una democrazia senza una opposizione che possa aspirare a diventare maggioranza NON è una democrazia.

Ma a te, da buon democristiano (sia pure "liberale") il partito unico piace, non è vero? -:)

Ciao, amico mio, buona giornata!

*paraffo* ha detto...

Il sindaco in questione, caro amico K., NON si era ricandidato.

Quanto alla minoranza più "sfaccettata", hai presente la filosofia degli imperatori romani?

"Divide et impera".

Che poi è la regola base anche della tattica militare: se riesci a dividere le forze nemiche, la vittoria è certa!

Buona giornata anche a te, ciao!

*paraffo* ha detto...

Non so chi ha postato questo link a VEDO OLTRE, se Nico, Kukulkan o qualcun altro.

Chiunque sia stato è pregato di non farlo più!

Leggere le sciocchezze di un vecchio fascista che dopo 60 anni continua ad esserlo oltretutto dichiarando vigliaccamente il contrario, mi fa irritare ENORMEMENTE ......

Comunque, entrando nel merito della questione, la Chiesa non ha fatto nulla contro le leggi razziali, NULLA!

Aver salvato centinaia o anche migliaia di ebrei, nascondendoli nelle sacrestie o nei monasteri, non cancella la vergogna di non aver detto una parola pubblica FORTE e INDIGNATA contro quelle leggi.

Oltretutto, io sono abbastanza vecchio per ricordare che gli ebrei, fino a pochi decenni fa, erano comunemente considerati e dichiarati "deicidi", per avere consegnato Gesù Cristo al "plotone di esecuzione" di Ponzio Pilato.

Lo pensavano le vecchiette in chiesa, i bambini in parrocchia, lo pensavani i loro pii genitori, lo pensavano i preti che li educavano, lo pensava il Papa stesso, ovviamente.

... e secondo me lo pensa ancora oggi Ratzinger anche se si guarda bene dal dirlo ..... visto che succede ad un GRANDE UOMO, prima che grande Papa, quale è stato Woytila, quello che ha avuto il coraggio morale di ammettere gli errori e gli orrori della Chiesa e chiederne umilmente perdono.

Il suo successore, invece, che fa? Vuole beatificare e santificare PIO XII, cioè approvare ufficialmente il suo silenzio

Non ho parole per esprimere tutta la mia indignazione per questo omuncolo impudente ....

D' altra parte, da uno che che dichiara, senza vergogna, che la fede è un atto razionale, non ci si può aspettare che questo e anche di peggio ....

Nico ha detto...

Paraffo, figurati se ti linko un video (che non ho neanche guardato dopo aver letto il tuo commento).

In ogni caso quello non è un post ma un tracback, ovvero il tuo post è citato nel post in ci è presente quel video.

Per il resto sul partito unico ti do torto, non mi piacerebbe una democrazia senza opposizione, la mia era una battuta :-) .

Anonimo ha detto...

O.T.
Scusa Paraffo, andiamoci piano con quella, che a mio personale modo di vedere, rischia di essere una semplificazione un pò azzardata, e cioè la vicenda di papa Pio XII.
Innanzitutto partirei dal fatto che non accade che all'improvviso un papa si sveglia una mattina e decide di beatificare e/o santificare chi gli pare e piace; per quel che riguarda le procedure di beatificazione e santificazione la chiesa si prende tempi molto lunghi che impiega a vagliare ed analizzare per benino tutte le motivazioni pro o contro, passa letteralmente al setaccio la vita e le opere del personaggio in questione confrontando con attenzione testimonianze e fatti. Non pretendo certo di affermare che tutto ciò possa eliminare errori o sviste ma possiamo dire che se procedono in una direzione piuttosto che in un'altra non è che lo facciano con leggerezza. I tempi lunghissimi di ciò non sono paragonabili a quelli della politica normale (possono passare alcune generazioni!) per cui non sono facilmente influenzabili dal cambiar delle stagioni politiche; questo è un lusso che solo una religione (o meglio una struttura gerarchica religiosa) che sta in giro da duemila anni si può permettere. D'altronde le esperienze accumulate in questi 2000 anni avranno insegnato qualcosa o no? Un papa può al più accelerare e spingere ma da solo non può fare tutto (in poche parole non si può fare "santo subito").
Per la questione di Pio XII mi permetto di segnalarti questo post
di Paolo Guzzanti di qualche settimana fa che getta qualche lume sulla questione della beatificazione e su varie mistificazioni avvenute attorno alla figura di quel papa:

http://www.paologuzzanti.it/?p=847

Per quel poco che ho potuto capire all'epoca si valutò che dare l'impressione di collaborare con nazisti e fascisti per poi sabotare nei fatti la loro politica sarebbe stato più efficace di una posizione di aperta e pubblica opposizione che però avrebbe molto limitato l'azione capillare che la chiesa avrebbe potuto effettivamente sviluppare (come poi effettivamente fece). Senza parlare poi delle azioni di ritorsione e persecuzione che avrebbero potuto subire in quel caso. Un'esperienza bimillenaria forse dà una visione della storia più profonda sulle conseguenze dell'assumere o meno posizione nei confronti di uno stato in cui si è presenti con un esercito di sacerdoti e non di soldati!
Naturalmente ciò nulla toglie a tutte le altre considerazioni sulla responsabilità accumulata nel corso dei secoli dalla chiesa nel discriminare gli ebrei.

Cordiali saluti

*paraffo* ha detto...

Caro Nico, non ho capito le tue spiegazioni sulla natura di quel link che, per altro, conduce ad un blog e non ad un video.

Comunque prendo atto - con piacere - del fatto che non sia stato tu a postarlo.

Buona giornata, amico mio. Ciao!

*paraffo* ha detto...

Ti ringrazio del tuo link, caro Minnanon. Ho letto ben volentieri le argomentazioni del direttore Mieli intervistato nella sua qualità di storico.

Non conosco quale sia l' apporto che Mieli sta dando alla storiografia italiana. Posso solo dire che chi - come lui - ha sostenuto, nelle penultime elezioni, la candidatura di un Prodi (e della sua coalizione) alla leadership del paese, convinto che - in caso di vittoria - avrebbe prodotto un buon governo, dimostra di aver capito ben poco della storia dell' Italia e del popolo italiano.

Fatta questa premessa, nella sua intervista il nostro Mieli sostiene a spada tratta quel che tutti sanno e che nessuno contesta: la Chiesa - durante l' occupazione nazista - ha salvato migliaia di ebrei dall' arresto e dalla deportazione.

Vorrei vedere che non avesse fatto almeno questo, se non altro per ripulirsi la coscienza di non avere - appunto - aperto bocca al momento della promulgazione delle leggi razziali!

Mieli sostiene che non lo ha fatto nessuno, in Italia, e qui ha perfettamente ragione dato che sostiene esattamente quel che sostengo io: in un popolo cristiano e cattolico come il nostro, l' antisemitismo è vecchio di 2000 anni, tanto che - alla promulgazione di quelle leggi infami - nessuno ha reagito, Chiesa compresa!

Concentrare l' attenzione sulla sorte degli ebrei dopo l'inizio della guerra e dopo l' occupazione nazista del nostro paese, è fuorviante, nel senso che le leggi in questione erano una aberrazione in sè, per le conseguenze immediate, come quella di togliere i diritti civili ad una parte dei nostri concittadini.

Era contro questa infamia che la Chiesa - se non fosse stata impregnata di odio atavico per gli ebrei - avrebbe dovuto reagire con una virulenza pari, se non maggiore, a quella che impiega a condannare l' aborto, l' eutanasia e la ricerca scientifica sulle cellule istaminali, solo per fare gli esempi più eclatanti di ipocrisia clericale.

E chiudo con una considerazione sulla lunghezza e accuratezza che la Chiesa dedica ai processi di beatificazione: l' unico monarca assoluto rimasto sulla faccia della terra, il Papa di Roma, accelera o abbrevia quei processi come e quando vuole.

Se Woytila non aveva accelarato quel processo e Ratzingher sì, una ragione c'è di sicuro.

Io ipotizzo che Il primo avesse vissuto sulla pelle sua e del suo popolo la barbarie nazista e quella sovietica, cioè era un polacco, cioè apparteneva ad una nazione perseguitata e martoriata, mentre il secondo appartiene alla nazione dei persecutori.

Mi pare che la differenza psicologica non sia di poco conto nell' affrontare il problema se portare avanti o insabbiare la beatificazione del Pricipe Pacelli che - non dimenticarlo - è stato il Segretario di Stato che firmò il concordato con la Germania di Hitler.

Da Wikipedia:

"Eugenio Pacelli fu nominato cardinale da Pio XI il 16 dicembre 1929; il 7 febbraio 1930 divenne segretario di Stato.
Al fine di regolare le relazioni tra la Santa Sede e gli altri Stati, difendere le attività di scuole e ospedali cattolici, garantire le tasse ecclesiastiche e i beni materiali della Chiesa, negoziò diversi concordati con il Baden nel 1932, l'Austria nel 1933, la Jugoslavia nel 1935.
Il più discusso tuttavia fu quello firmato a Roma il 20 luglio 1933 con la Germania del cancelliere Adolf Hitler, il Reichskonkordat. Questo concordato, che seguiva di pochissimi giorni la sigla del Patto a quattro, avvenuta sempre a Roma, fu particolarmente discusso in quanto insieme all'altro dava - pochi mesi dopo l'ascesa di Hitler al potere (30 gennaio 1933), la fine di ogni vita democratica in Germania e la proibizione di tutti i partiti politici. compreso quello cattolico del Centro (Zentrumspartei) - ulteriore riconoscimento internazionale al regime nazista".

Ma è la vita e carriera ecclesiale di tutta la famiglia Pacelli che dovresti leggerti, caro Minnanon, per farti una idea più precisa del personaggio.

Eccoti il link

Io dico che la Chiesa farebbe bene a a lasciar riposare in pace questo Papa e ... farlo dimenticare in fretta.

Ricambio i tuoi cordiali saluti, amico mio. Ciao!

Nico ha detto...

spiegazione... il tuo post è stato citato in quel post di quel blog utilizzando un particolare sistema che fa in modo che nel tuo blog si veda che sei stato citato da un'altra parte :-)

Poi senza entrare nello specifico... ogni tanto diffida di wikipedia ;-)

... sul resto... uhm... la Chiesa non è da prendere in considerazione in toto, conosco sacerdoti ora beatificati che nel dopo guerra si scagliarono con violenza inaudita contro i figli dei fascisti morti a Salò, colpevoli solo di essere orfani dei morti dalla parte che aveva perso... (ma fa parte delle mille storie della mia famiglia ;-)

*paraffo* ha detto...

Dovrei diffidare di date e cariche ricoperte da Pacelli? E perchè mai?

Delle opinioni si può e si deve diffidare, ma dei fatti no ..... Non ti pare, Nico?

Quanto alla Chiesa, quando ne parlo, io mi riferisco sempre alla Istituzione e al Papa-Re che la guida, non certo ai singoli preti (e neppure ai cardinali, a meno che lavorino in Vaticano).

Grazie della spiegazione sul link. Purtroppo non ho alcuna voglia di andare a vedere chi ha osato citarmi in quel blog di guano!!!!!

Un saluto affettuoso. Ciao!

Anonimo ha detto...

Scusa paraffo se rompo anche di domenica ma una cosa proprio non riesco a capirla e ho bisogno di un chiaramento.

Io non capisco come si possa allo stesso tempo condannare i politici coinvolti,soprattutto grazie alle intercettazioni, nelle inchieste giudiziarie dell'ultima settimana e proporre una riforma della giustizia dove le intercettazioni per reati contro la pubblica amministrazione vengano vietate.

L'impressione è che la politica voglia mettere le mani sulla magistratura per immunizzarsi.
La corruzione ecc come riportato da un editoriale di Gian Antonio Stella

http://www.corriere.it/editoriali/08_dicembre_19/stella_soluzione_sbagliata_a38e2a4c-cd91-11dd-af32-00144f02aabc.shtml

ha raggiunto livelli , nonostante Mani Pulite, insopportabili.Allora io penso che la magistratura dovrebbe essere lasciata libera di contrastare questo costume.
Perchè ora non ci sono motivi, come poteva essere quello di difendersi dal Pci per la Dc.

Insomma ho le idee confuse e ti sarei grato se tu riuscissi o almeno tentassi di riordinarmele.

Grazie.Niccolò

*paraffo* ha detto...

Le libertà civili, il diritto alla privacy, in primo luogo, hanno un costo, caro Niccolò. Un costo che pochi paesi hanno il coraggio e l' attitudine a pagare.

Fra questi paesi annovererei solo alcuni, guarda caso anglosassoni: USA e UK.

Dopo le torri gemelle, per paura del terrorismo, anche questi hanno smesso , in parte, di voler pagare questo prezzo e hanno diminuito di molto le libertà civili.

Insomma, pratica della libertà e desiderio di sicurezza sono antitetiche.

Massima libertà e massima sicurezza sono una utopia irrealizzabile: più si ricerca la sicurezza più si deve rinunciare alla libertà e viceversa.

Idem per la legalità. Se si vuole vivere in uno stato etico, in cui corruzione e criminalità siano ridotte ai minimi termini, bisogna intercettare i telefoni di tutti e video sorvegliare tutti i cittadini.

Non esiste altra via se non quella di immaginare un mondo in cui tutti siano onesti per libera scelta. Chi pensa che un mondo così fatto sia possibile è un sognatore, cioè un ignorante, nel senso che ignora la natura umana.

Conclusione: chi vuole intercettare tutto e tutti è uno che non ama la libertà, mentre chi non vorrebbe intecettare NESSUNO è uno che non ama la convivenza civile.

Dunque?

Dunque è necessario un compromesso: limitare le intercettazioni ai reati che risultino i più odiosi alla maggioronza della popolazione di un determinato paese.

In Italia, fin dagli ultimi decenni della Roma Repubblicana, la corruzione pubblica e privata non ha mai scandalizzato nessuno ..... L' ultimo a scandalizzarsene è stato Catone il Censore, ma si trattava di un politico che, come oggi Di Pietro, cercava di ritagliarsi un suo spazio politico. Insomma, un furbacchione che usava il giustizialismo perchè non aveva altre capacità per imporsi.

Comunque, Niccolò, i corruttori e i corrotti che agiscono per interesse economico personale, sono molto meno pericolosi, per la comunità, di quelli che lo sono per fare gli interessi della propria parte politica.

Perchè?

Perchè i primi, per quanto possono rubare, rubano spiccioli rispetto alle somme enormi che rubano quelli che lo fanno per il partito di appartenenza.

In sostanza: il costo della politica, nel nostro paese, è immenso perchè, da noi, la politica è un mestiere vero e proprio, praticato da gente che non ne ha altri da cui proviene e a cui tornare dopo uno o due legislature.

Ergo: scandalizzarsi del costo della politica e della corruzione che questo inevitabilmente comporta è semplicemente stupido, così come è stupido sognare mondi perfetti.

Lasciamo questa stupidità alla gente di sinistra .... e accontentiamoci della nostra ..... che sogniamo ancora una Italia liberale, libertaria e liberista, un' Italia anglossassone, cioè non cattolica e non marxista.

Spero di averti accontato, Ciao!

PS: l' articolo di Stella che mi hai segnalato è una bella boiata ..... come tutto ciò che viene scritto da chi fa del moralismo astratto.

Quel che trovo insopportabile, leggendo gli editoriali dei giornali, è l' attitudine della nostra intellighenzia a parlare di democrazia, legalità, coscienza civile ecc ecc ignorando del tutto la realtà storica e culturale del nostro paese, ignorando le nostre radici, ignorando il nostro carattere, ignorando i nostri comportamenti quotidiani, ignorando la nostra cronica incapacità di rispettare il nostro prossimo, ignorando il nostro spirito campanilistico, ignorando la nostra attitudine all' osservazione della pagliuzza nell' occhio altrui non accorgendoci della trave nel nostro, ignorando il nostro patologico individualismo per il quale - ad esempio - tutte le donne sono troie con l' unica eccezione di nostra madre ....

Anonimo ha detto...

Mi hai illustrato in modo perfetto il quadro della situazione e te ne ringrazio.

Mi sembra però una giustificazione ben poco valida quella che la corruzione non ha mai scandalizzato dai tempi della Roma Repubblicana..
Ammiri l'organizzazione anglosassone, ma la proponi diversa: là i reati contro la comunità vengono sanzionati in modo pesante e rappresentano motivo di sdegno nazionale, come dimostrato dall'ultimo caso.(quello di un senatore democratico che cercava di vendere il posto lasciato vuoto da Obama)

E quello che ancor più mi confonde è che l'amministrazione anglosassone è proprio quella cui fa riferimento sempre Travaglio per evidenziare le differenze tra noi e loro.

...?

*paraffo* ha detto...

Se è per questo, caro Niccolò, io ammiro anche Charlize Theron e Angelina Jolie, ma non per questo, per fare sesso, aspetto di incontrare e sedurre una di loro! Mi accontento - volente o nolente - di una chiattona nostrana che sia il meno cozza possibile.

Fuori metafora: il fatto che Travaglio ed io ammiriamo il sistema anglosassone, non vuol dire che - in mancanza di quello - dobbiamo fare a meno anche del nostro, per quanto fetecchioso possa essere.

La differenza fra me e Travaglio è che lui usa il paragone per colpire solo una parte politica (quando fetecchiose sono entrambe) mentre io lo uso solo per spiegare agli altri in cosa è sbagliato il nostro sistema, in generale, e indicare quale sarebbe la direzione da prendere, anche se so perfettamente che non la prenderemo mai, per i motivi che ti ho indicato nel mio intervento precedente.

A proposito degli stucchevoli commentatori politici di cui ti parlavo, mi viene in mente un' altra metafora.

Quando, nel secolo scorso, una stilista inglese inventò la minigonna da far indossare a modelle filiformi e pressocchè anoressiche, portatrici di gambe e cosce a zampa di struzzo, quell' indumento divenne moda e fu importato anche da noi, così come gli angloamericani, un paio di decenni prima, avevano importato la democrazia.

Sono stato testimone diretto di quell' infausto evento (la diffusione della minigonna) e posso assicurarti che un indumento pensato per una modella albionica indossato da milioni di chiattone nostrane di coscia corta e prosciuttosa e di culo basso (a quei tempi le nostre donne erano quasi tutte così fatte) è stato lo spettacolo esteticamente più obbrobrioso di tutta la mia vita.....

Certo le poche strafiche nostrane, in minigonna, facevano impazzire noi maschietti, ma tutte le altre .....

Ebbene, gli stucchevoli intellettuali di cui sopra che parlano del nostro paese come se fosse una democrazia anglosassone, a me ricordano quei miei connazionali che, per avere una donna alla moda, obbligavano le loro mogli e fidanzate chiattone ad indossare la minigonna!

Mi sono spiegato, Niccolò?

Che senso ha fare finta di essere un paese anglosassone e protestante, quando invece siamo siamo un paese levantino e, ancor peggio, cattolico?

Che senso ha rimproverare Berlusconi e Veltroni di non essere la Tacher e Il Tony Blaire?

Davvero credi che questi ultimi due, portati in Italia, sarebbero stati in grado di governare questo paese?

Dunque, piantiamola di invocare quel che non è possibile ottenere, primo fra tutti un paese ad alto tasso di coscienza civile.

Ma soprattutto piantiamola di fare paragoni senza senso alcuno!